Cosa riapre il 20 aprile? E perché la data giusta potrebbe essere invece il 26? Il 20 aprile è il giorno in cui, secondo la parte “aperturista” della maggioranza che regge il governo Draghi e le Regioni, si potrebbe tornare a riaprire gli esercizi commerciali come bar e ristoranti. Ovvero potrebbe tornare in vigore la zona gialla, attualmente sospesa dal decreto legge primo aprile 2021 n. 44.
Cosa riapre dal 20 aprile
Il Corriere della Sera spiega oggi che si tratta per ora solo di un’ipotesi perché Palazzo Chigi ieri sera ha precisato che la cabina di regia governo-Cts sarà convocata «per valutare possibili riaperture» solo «sulla base dei dati» epidemiologici elaborati settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), dal ministero della Salute e dalle Regioni. Quindi misure e tempi si stabiliranno a seconda dell’incremento o del decremento del contagio.
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Per ora quindi si tratta soltanto di ipotesi e di voci, portate avanti in massima parte da quella parte della maggioranza (la Lega e Forza Italia) che spinge per le riaperture. Insieme alle categorie di ristoratori che sono sul piede di guerra. La novità però è che il nuovo decreto del governo, in vigore da domani, prevede fino al 30 aprile solo zone rosse o arancioni, ma anche la possibilità di apportare modifiche in base all’incidenza dei contagi per 100mila abitanti e all’andamento del piano di vaccinazione, con particolare riguardo all’immunizzazione degli anziani.
Ma c’è un però. Nello stesso decreto non è fissato alcun criterio numerico per le riaperture. Mentre per la riapertura serve una semplice delibera del consiglio dei ministri, e non un decreto legge o un Dpcm. Sempre che questo sia possibile, visto che c’è chi fa notare che per una questione di gerarchia delle fonti di legge non sarebbe possibile derogare a un decreto legge con una delibera. Detto questo, dal 20 aprile, per quelle Regioni che si mostreranno virtuose nell’applicazione del piano vaccinale e qualora dovessero migliorare i dati epidemiologici, potrebbe arrivare comunque il sospirato premio della fascia gialla anticipata, con la riapertura a pranzo di bar e ristoranti e il ritorno pure di cinema e teatri. Per piscine e palestre invece bisognerà attendere ancora.
Perché la zona gialla potrebbe tornare il 26 aprile
Ma c’è anche chi dice che la data giusta per il ritorno della zona gialla potrebbe essere il 26 aprile. Repubblica scrive oggi che la data giusta potrebbe essere quella di lunedì 26, ma soltanto a talune condizioni: ovvero indice di contagio Rt sotto 1, terapie intensive e reparti ordinari sotto i livelli di guardia e soprattutto la fascia di popolazione sopra i 70 anni messa in sicurezza.
È lo scenario che potrebbe convincere il governo a mettere la firma sotto un provvedimento di deroga che disponga le prime riaperture: bar e ristoranti a pranzo (magari con un orario in un primo tempo ridotto fino alle 16). Non proprio il ripristino della zona gialla (sospesa per decreto fino al 30 aprile) ma almeno un piccolo segnale — fanno sapere fonti di governo — al premier Draghi piacerebbe poterlo dare.
Gli aperturisti potrebbero accontentarsi del primo passo sulla strada delle riaperture (su cui spingono Lega, Forza Italia e Italia Viva), i rigoristi accetterebbero se rassicurati dal Cts sui risultati di due mesi di restrizioni e della campagna vaccinale che per quella data dovrebbe avere raggiunto la quota prefissata delle 500.000 somministrazioni al giorno.
Con un obiettivo comune: riportare tutti i ragazzi in classe, anche quelli delle superiori, per la fine della scuola, almeno un mese prima degli esami di maturità. Giovedì si riunirà la Cabina di Regia del governo insieme alla Conferenza Stato-Regioni. Parteciperanno il ministro dell’Economia Daniele Franco e la responsabile degli Affari Regionali Mariastella Gelmini oltre al premier Mario Draghi. Il 16 aprile invece verranno valutati i dati del monitoraggio delle Regioni.
Le riaperture dal 20 aprile e gli spostamenti tra regioni
Le riaperture dal 20 aprile per adesso sono quindi soltanto un’ipotesi di lavoro. Così come non è assolutamente detto che il 20 aprile gli spostamenti tra regioni siano di nuovo autorizzati. “Ne abbiamo già parlato: chiediamo di valutare la possibilità di consentire la riapertura a quelle attività ora chiuse nelle zone rosse e arancioni. È quello che si diceva già da tempo. C’è un orientamento per cercare di aprire le attività commerciali che stanno risentendo di questo grosso problema: è una crisi sanitaria che però, chiaramente, comporta gravi problemi economici”, ha detto all’Adnkronos Vito Bardi, governatore della Basilicata.
“Tutto questo – prosegue – è vincolato al trend dei contagi: noi ci auguriamo che sia in diminuzione, come sembrerebbe. Questo è quanto discuteremo giovedì in occasione dell’incontro con Draghi”, che avrà come tema centrale i fondi del Recovery. Intanto dopo i tre giorni in zona rossa durante le festività pasquali, l’Italia torna a essere divisa in due fasce, arancione e rosso. Da domani 7 aprile, invece, si tornerà a scuola in presenza fino alla prima media anche in zona rossa.
Sono 9 le regioni nella fascia con maggiori restrizioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana a causa dell’incidenza superiore a 250 casi per 100 mila abitanti. Calabria e Campania resteranno in rosso invece a causa dell’Rt superiore a 1,25. Le regioni in zona arancione sono invece Sicilia, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria, Liguria, Veneto, più le Province autonome di Trento e Bolzano.
Italia in zona rossa e arancione da oggi, cosa cambia
Cosa cambia da oggi con l’Italia in zona rossa e arancione? Nella zona rossa torna il divieto di fare visita a parenti e amici. È permesso il ricongiungimento con i partner che vivono in un’altra provincia. Resta la possibilità di andare nella propria seconda casa, anche se ci si muove o si va verso una regione in zona rossa (a meno che non sia esplicitamente vietato in quella
regione). La seconda casa deve essere di proprietà o affittata per un lungo periodo prima del 14 gennaio. Deve essere vuota e può accogliere il nucleo familiare: non si possono ospitare né amici né parenti non conviventi.
Per ristoranti e bar resta solo la possibilità di lavorare con l’asporto: dalle 5 alle 22 per i ristoranti e dalle 5 alle 18 per i bar. In zona rossa è vietato consumare cibo all’interno e all’esterno del locale. Per ristoranti, pizzerie, sushi bar è garantita, ovviamente, la consegna a domicilio senza limiti di orario. È consentita la consumazione negli alberghi e nelle altre attività ricettive per servire i soli clienti alloggiati all’interno.
Restano chiusi i negozi “non essenziali”. Questo significa che fino al prossimo 30 aprile saranno aperti le farmacie, i tabaccai, le edicole. E altri punti vendita come i negozi di informatica e di abbigliamento intimo, nonché le profumerie. Saranno ancora serrati i parrucchieri, i barbieri e tutti i centri estetici. Nella zona arancione invece ci si può muovere liberamente e senza obbligo di autocertificazione all’interno del comune. Resta la possibilità di recarsi in una seconda casa, anche se si trova in una regione in zona rossa o arancione. La seconda casa qui
segue le stesse regole (proprietà o affitto) della zona rossa e così per l’accoglienza limitata al nucleo familiare. In arancio si prolunga la possibilità di fare visita, una volta al giorno, ad amici e parenti nel comune. Ci si può muovere in due persone (con figli under 14 al seguito).