La cura di Alessandro Profumo per Finmeccanica-Leonardo continua a non dare effetti. Oggi la presentazione del piano 2018-22 ha fatto scappare gli investitori e in Borsa è stato un nuovo giorno da incubo per il titolo del colosso italiano dell’aerospazio. Un dato in particolarmente, il cash flow sotto le attese, ha messo in allarme i mercati, come ha riconosciuto lo stesso Ad della società di piazza Montegrappa. Nello specifico però c’è un quadro complessivamente deludente. Se il flusso di cassa per l’esercizio 2018 è limitato a circa 100 milioni, i ricavi previsti stanno in un range di 11,5-12 miliardi di euro con un indebitamento netto di gruppo stimato in circa 2,6 miliardi.
L’EREDITÀ DI MORETTI
L’epilogo di un 2017 che Profumo ha confermato deludente, con un mercato debole nel settore degli elicotteri. Parole che hanno fatto scattare una raffica di vendite e precipitare il titolo di oltre il 10%, costringendo Piazza Affari a sospendere le contrattazioni. A fine seduta per gli azionisti è stato un altro bagno di sangue, con una perdita secca dell’11,49 e il titolo sotto la soglia dei dieci euro (9,98 euro). Profumo, il banchiere ancora oggi inspiegabilmente spedito dal Governo Gentiloni e di certo la non ostilità di Renzi alla guida di una società industriale tanto delicata, ha cercato di tamponare il colpo. “Nel 2017 abbiamo toccato il fondo e vogliamo riprenderci per accelerare il nostro percorso di crescita”, ha detto spiegando che Leonardo sta entrando in una “nuova fase dove i mercati di riferimento stanno crescendo del 6%”.
TAGLIATI FUORI IN EUROPA
Le cose però non sono affatto così semplici come l’ex numero uno di Unicredit le racconta. Proprio oggi La Notizia metteva in evidenza l’allarme lanciato da uno dei maggiori esperti italiani del settore industriale della difesa, Guido Crosetto, fino a pochi giorni fa a capo dell’associazione di settore in cui Finmeccanica-Leonardo è la componente più significativa. Crosetto ha spiegato che nel progetto di costituire un sistema della difesa europeo i colossi di Berlino e Parigi hanno già prenotato il grosso delle commesse, lasciando a noi italiani solo le briciole dei necessari investimenti miliardari. Anche per questo, nella visione sovranista e di tutela dei nostri interessi nazionali caratteristica per un partito come Fratelli d’Italia, Crosetto è stato candidato da Meloni e La Russa per rientrare in Parlamento. Insieme ai problemi di cash flow e di commesse con il contagocce, lo scenario per il nostro settore della difesa è dunque più inquietante e rischioso, anche in considerazione del nuovo asse franco-tedesco che si delinea al centro dei grandi interessi in Europa.