Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura pone il suo altolà alle opinioni sul referendum istituzionale. Sì, perché Giovanni Legnini è intervenuto, nell’intervista a Maria Latella su Sky, per chiedere “cautela” ai magistrati in merito alla consultazione di ottobre, visto che si colloca in una posizione “intermedia” tra la politica e la partecipazione civica. “C’è un divieto a partecipare a campagne politiche per i magistrati. C’è invece un diritto a esprimere opinioni. Questo referendum si è caricato di significato politico, ci sono ragioni per avere più cautela”, ha affermato il numero due del Cms, ex sottosegretario del Governo Renzi.
“Esiste il diritto di qualunque magistrato a esprimere proprie opinioni su referendum e sulle riforme: è un principio costituzionale che si applica a tutti”, ha evidenziato. “Il referendum si colloca in una posizione intermedia”, ha scandito Legnini. Che ha ha ribadito: “Non c’è bisogno di clima infuocato di reciproche accuse che rischia di collocare in secondo piano il lavoro in corso per una giustizia efficiente. Una democrazia è forte se tutti i poteri sono forti e si rispettano”.
Il procuratore Spataro non si spaventa
Le parole arrivano poco dopo la presa di posizione del procuratore di Torino, Armando Spataro. “Lo confesso: ho aderito da subito al Comitato promotore per il ‘No’ in vista del referendum confermativo della recente riforma costituzionale”. E ha aggiunto una nota polemica: “Avendo qui confessato queste colpe, potrei oggi essere accusato, secondo un pensiero che si va diffondendo, di appartenenza ad associazione per delinquere, con la qualifica di promotore e con l’aggravante della recidiva specifica. Sembra che sia quasi illegale che i magistrati possano schierarsi in un referendum di natura costituzionale”.