di Valeria Di Corrado
La Lazio, la Salernitana, le imprese di pulizia e di manutenzione, società immobiliari e… Roma Union Security. Anche Claudio Lotito si divide la torta del ricco business della vigilanza privata a Roma. E la fetta a sua disposizione non è di quelle che avanzano alla fine di un party. La Roma Union Security fa parte della stessa associazione temporanea di imprese che, insieme a Città di Roma Metronotte della famiglia Montali (accusata di essere legata a ex boss della Banda della Magliana) si è aggiudicata l’appalto per la sorveglianza di diversi ospedali romani (San Camillo Forlanini, Spallanzani, Sant’Andrea, Ares 118 e Policlinico Umberto I). Appalto su cui il Tar del Lazio ha riscontrato delle anomalie nella presentazione dei documenti.
Anche se spesso lo nega, dietro Roma Union Security si nasconde un fitto reticolo di società che, direttamente o indirettamente, fanno capo al patron dei biancocelesti. Cominciamo dalla quota di maggioranza: il 90% dell’agenzia di vigilanza è di Rmc Srl, che a sua volta è detenuta la 90% da Immobiliare Appia Srl, il cui 60% è nelle mani di Lotito e il restante 40% è di proprietà di Immobiliare 03. E chi sono i proprietari di Immobiliare 03? All’80% Claudio Lotito, al restante 20% Immobiliare Appia Srl (sempre del presidente della Lazio). Un cane che si morde la coda. E cambiando direzione il risultato non cambia. Il 10% di Roma Union security è di Linda Srl (società di pulizia e disinfestazione), detenuta a sua volta al 50% da Lotito e al restante 50% da Immobiliare 03.
D’altronde gli interessi della sua società di vigilanza Lotito ama curarli personalmente. Il 16 novembre scorso, all’incontro presso la Direzione territoriale del lavoro per decidere le sorti occupazionali delle guardie giurate della Italpol, dopo il cambio di appalto negli ospedali assegnato alla già citata associazione temporanea di imprese, è intervenuto in qualità di rappresentante di Roma Union Security. “Ha reclamato un accordo raggiunto con la Prefettura che prevedeva l’assunzione di soli 65 vigilantes, invece dei 105 inziali – spiega Maurizio Brinati, segretario Fisascat Cisl Roma – A patto, tra l’altro, che tali lavoratori fossero prima messi in mobilità, per usufruire degli sgravi contributivi. Un accordo che scavalca legge e contratti. Tanto a pagare è la collettività. E proprio l’organo deputato a controllare i requisiti di agenzie di vigilanza e vigilantes tiene il terminale spento. Per questo ho deciso di denunciare Pecoraro alla Procura della Repubblica per omissione di atti di ufficio”.
Un episodio che già aveva visto protagonista la Roma Union Security di Lotito è il giallo delle microspie alla Regione Lazio. Mauro Brinati, nella denuncia presentata insieme a Cgil e Uil, raccontava di due “intrusioni notturne sospette”, avvenute il 3 e il 18 marzo 2011, nell’edificio di via Cristoforo Colombo, e puntava il dito contro Luca Fegatelli, direttore del dipartimento istituzionale della Regione. Fegatelli ha spiegato di essere estraneo ai fatti. E lo stesso ha fatto la Roma Union security, che gestiva e gestisce ancora la vigilanza all’interno della sede regionale. Brinati insisteva sugli appalti che “come sempre verranno assegnati ai soliti noti”. E, a distanza di due anni, la storia non è cambiata.
“San Giovanni, Policlinico Tor Vergata, le sedi Rai di Saxa Rubra, Mazzini, Telauda, Enea, Poligrafico dello Stato… Vanno sempre ai soliti noti – commenta sfiduciato il sindacalista della Cisl – Fabrizio Montali può contare sulle sue conoscenze nel mondo della criminalità, essendo accusato di essere il prestanome di Enrico Nicoletti, e Claudio Lotito sulle conoscenze dell’indotto Lazio. Nel frattempo continua con una gestione allegra della Roma Union Security. I dipendenti prendono lo stipendio quando gli capita, le quote di cessione del quinto vengono trattenute, le auto di servizio sono sotto sequestro e le guardie giurate sono costrette a utilizzare quelle personali, in cambio di un rimborso di 15 euro per la benzina. Senza contare che lavorano 16 ore al giorno”.