Sembra sempre più difficile far finta di niente in merito all’inchiesta sulla compravendita da parte della fondazione Lombardia film commission che, ormai da settimane, tormenta la Lega. Come un fulmine a ciel sereno, infatti, sono finiti agli arresti domiciliari i tre commercialisti vicini al Carroccio e indagati nell’ambito dell’acquisto del capannone di Cormano, nel milanese, da parte della fondazione no profit di proprietà della Regione Lombardia e del comune.
Il provvedimento riguarda Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri, tutti accusati a vario titolo dei reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Si tratta di nomi noti che sono spuntati più volte nei diversi rivoli delle inchieste con cui i pubblici ministeri di Genova stanno dando la caccia ai 49 milioni di euro di fondi pubblici destinati al Carroccio e oggetto di una truffa ai danni dello Stato.
Un’inchiesta, questa, che non sembra affatto preoccupare la Lega che, dopo la notizia dell’arresto dei tre professionisti, si è affrettata a spiegare: “Siamo assolutamente tranquilli, finirà in nulla come tante altre inchieste che cercavano soldi che non c’erano in Russia, in Svizzera o in giro per il mondo”. Eppure l’indagine della Procura di Milano sulla compravendita dell’immobile di Cormano, la quale si muove in parallelo a quella genovese sui fondi della Lega spariti nel nulla, sta creando non pochi grattacapi e imbarazzi.
Questo soprattutto perché il capannone nel 2017 è stato ceduto per 400 mila euro all’Immobiliare Andromeda srl che a sua volta, dopo nemmeno un anno, la ha rivenduta per 800mila euro alla fondazione che si occupa della promozione e dello sviluppo di progetti cinematografici in tutta la Lombardia. Un acquisto che, secondo quanto sospettano i magistrati, sarebbe avvenuto sulla base di un bando cucito su misura della struttura in questione. Registi dell’operazione sono stati proprio i commercialisti indagati, in particolare Di Rubba che tra l’aprile del 2015 e il giugno del 2018 ha rivestito il ruolo di presidente della fondazione grazie alla nomina dell’allora presidente della Lombardia, Roberto Maroni.