di Angelo Perfetti
L’annuncio l’ha dato in pompa magna il Corrierone, rilanciando sul suo sito la notizia: il governo indiano “sta cercando di trovare un percorso alternativo alla pena di morte” nella vicenda dei due marò accusati per la morte di due pescatori”. Ad assicurarlo, il ministro delle Finanze Palaniappan Chidambaram, in una video intervista al giornalista Giuseppe Sarcina. “In Italia – ha spiegato il ministro – c’è preoccupazione che siano processati secondo una legge che prevede la condanna a morte in caso di colpevolezza. Anche il governo indiano condivide la stessa preoccupazione. Desidera che ci sia un processo, ma sta cercando di trovare un percorso alternativo alla pena capitale. Il ministro degli Esteri indiano è in contatto con il governo italiano proprio per evitare un procedimento di questo tipo con il rischio di condanna morte”, ha aggiunto.
Domanda: dove sta scritto che i marò non rischiano più? A voler forzare la mano si può parlare di uno spiraglio di speranza, ma nulla più. D’altronde a paelare è il ministro della Fionanze, che poco c’azzecca con la competenza né sugli esteri, né sulla giustizia, né sui militari. A voler essere sospettosi è l’ennesima voce contraddittoria di un governo, quello indiano, che da mesi continua a contraddirsi , a rilasciare dichiarazioni dei suoi più diversi esponenti che hanno un solo comune denominatore: non risolvere la questione dei nostri fucilieri di marina. E così, mentre il Corriere saluta come una sentenza quella che altro non è che un’opinione, peraltro nemmeno troppo rassicurante, Emma Bonino ha espresso la “profonda frustrazione” del governo italiano nell’incontro con i ministri indiani del commercio e dell’economia a Davos. A loro è stato chiesto di attivarsi perché non si verifichi l’ipotesi su un possibile uso della legge antiterrorismo che prevede la pena di morte. Intanto alla vigilia della partenza della missione parlamentare bicamerale che incontrerà a New Delhi i fucilieri di Marina, Massimiliano Girone e Salvatore Latorre, i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa di Palazzo Madama, Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre, e della Camera, Fabrizio Cicchitto ed Elio Vito, hanno ricevuto ieri mattina al Senato l’ambasciatore dell’India, Basant Kumar Gupta.
L’unica via d’uscita
Per l’ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata – quello , lo ricordiamo, che avrebbe fatto rimanere i marò in Italia una volta arrivati per il Natale di 2 anni fà – “l’unica azione che doveva essere presa e continua a dover essere presa è quella del percorso internazionale. Portare la questione al consiglio di sicurezza dell’Onu, al consiglio atlantico. E’ materia di sicurezza internazionale – spiega – abbiamo la possibilità di avere una decisione arbitrale in tempi rapidi. Noi dobbiamo esporre l’India sul piano internazionale. Dobbiamo far vedere che paese e autorità italiane sono profondamente preoccupate e irritate per quello che sta avvenendo in India”. Frustrate, a dire il vero, sembra un po’ pochino…