Revelli: “Dal voto l’Europa è uscita a pezzi. E Meloni conterà poco o nulla”

Parla Marco Revelli: Commissari indentitari? Una stupidata. "Rischia di presentarsi come la solita furbetta italiana".

Revelli: “Dal voto l’Europa è uscita a pezzi. E Meloni conterà poco o nulla”

Professor Marco Revelli, ieri sera c’è stato il primo summit dei primi ministri europei, fremono le trattative per la costruzione della nuova Commissione, ma che tipo di Unione europea sarà quella uscita dalle urne?
“Credo si debba distinguere tra un’Europa delle istituzioni e un’Europa della realtà. Quella della realtà esce da questa tornata elettorale sconvolta, con il suo baricentro, l’asse franco-tedesco, bombardato. Con un Emmanuelle Macron e un Olaf Scholz colpiti al cuore. Potremmo dire che l’asse della guerra ha perso e crolla, ma rischia di trascinare con sé l’Europa delle democrazie. Perché è ferita al cuore da un voto pieno di scorie nere”.

Quindi cosa ci dobbiamo aspettare?
“Da un punto di vista materiale si prospetta un periodo di grandi sommovimenti. La rappresentazione istituzionale di tutto questo sembra olio sul mare in tempesta, appiana le asperità e ci restituisce un Europa con i suoi equilibri formali apparentemente non modificati nella sostanza. La maggioranza Ursula di prima dovrebbe riproporsi. Ha i numeri. Sarebbe una grande finzione, però l’aritmetica parlamentare lo permette”.

E in questa grande finzione, il ruolo di Giorgia Meloni quali potrebbe essere?
Credo che lei sia messa molto male in questa situazione. Perché si è presentata a questo grottesco G7 come l’unica vincitrice elettorale, anche se in realtà si è solamente salvata le penne! Ricordiamoci che comunque  rispetto al 2022 si è persa 600mila elettori. Non è così saldamente egemonica. Ha affrontato questa tre giorni di grande visibilità internazionale, rivelando più le sue magagne che le sue virtù: la malaccorta operazione sull’aborto e diritti LGBTQ, le frasi dal sen fuggite e compagnia cantante…, lo squadrismo in parlamento da parte dei suoi, quello splendido servizio di Fanpage che ha rivelato il verminaio che c’è sotto la superficie del suo partito… Tute cose che non le hanno dato certo una buona stampa.

Ha commesso errori, quindi?
Si è mossa con una logica di partito per segnare qualche punto alla propria agenda elettorale – come l’operazione sull’aborto – ma si è alienata, se non fosse stato già ampiamente fatto, non le simpatie ma anche solo la neutralità di Francia e Germania. Ha dimostrato grande afflato con Rishi Sunak che sta per raccogliere la più pesante sconfitta dei Tory nella storia inglese… Si presenta in Europa non certo in una posizione di forza, con il rischio di apparire la solita furbetta all’italiana che spera di piazzare qualche propria pedina, senza un vero progetto politico sull’Europa, anzi.

Meloni chiede commissari identitari…
È una sciocchezza! Che non può che giocarle contro. Chi è disponibile a regalarle un commissario identitario…? È un po’ come quando si lamentavano di Gentiloni perché non faceva gli interessi dell’Italia, senza accorgersi che correvano verso la propria rovina, perché un commissario europeo – supposto che faccia gli interessi del suo Paese –  non deve apparire che lo faccia. E non deve dirlo. Fino a quando non si renderà conto che non è più la leader di un partitino messo al margine dell’arco costituzionale, ma è il capo del governo di uno dei Paesi fondatori dell’Europa e si muove con questa logica, non può portare a casa altro che qualche contentino, permesso più dalla debolezza di altri che dalla sua forza.

E ciò nonostante la possibile “leva” che Meloni ritiene di avere su Von der Lyen per la sua elezione?
Le simpatie di Von der Lyen di questi tempi non so se sono un vantaggio o uno svantaggio in senso europeo. Non ha fatto una grande figura in Europa… Inoltre, se il linguaggio del corpo vuol dire qualcosa, non mi è sembrato che a questo G7 ci fosse una grande ed espansiva corrente di simpatia tra le due.

Quindi il discorso che Meloni fa all’interno del Paese dell’“Andiamo e cambiamo l’Europa” è propaganda?
È pura propaganda! Anche perché cosa vuol dire “cambiamo l’Europa”, proprio mentre questa rischia di precipitare nel caos? È in grado Meloni di ricostruire un diverso ordine europeo? Lei…? Ci vuole una presunzione disumana per fare affermazioni così. Cosa può cambiare? Può allearsi con i suoi soliti alleati sovranisti e mettere un po’ di zavorra ai nuovi poteri europei che faticosamente si ricostruiranno, oppure può sperare di entrare dalla porta di servizio con un sostegno esterno, che magari le permetterebbe di dire che siede anche lei al tavolo dei grandi, ma contando come il due di picche…

Siamo destinati a non contare?
Sicuramente e questo anno e mezzo di governo non ha migliorato la situazione.

In tutto ciò a settembre il governo dovrà varare la finanziaria per la quale non ci sono soldi, con una commissione non favorevole. Allora i nodi arriveranno al pettine!
Eh… sarà una bella operazione di matematica quello che ci aspetta. Come direbbe Meloni nel suo gergo: “A quel punto le chiacchiere staranno a zero”!