di Stefano Sansonetti
Sono almeno tre anni che si ripetono i tentativi. Lo schema logico è sempre lo stesso. In Italia le polizze assicurative pagate dagli automobilisti sono alte perché nel Belpaese impazzano le frodi. Ergo, se si accetta l’installazione delle scatole nere, ovvero gli apparecchi che registrano dettagli sulla dinamica degli incidenti, le frodi possono essere combattute. E agli automobilisti, a quel punto, possono essere riconosciuti sconti sulla polizza. Tutto questo ragionamento sta alla base della norma del ddl concorrenza, appena approvato dal governo guidato da Matteo Renzi, che rilancia sconti legati alle ormai famose “black box” (ammesso e non concesso che alla fine di veri sconti si tratti). Il fatto è che dietro gli apparecchi, in attesa della norma giusta che potesse sancirne il “decollo” commerciale, in questi anni sono venute fuori alcune società che ora sono pronte a sfruttare le prospettive di business. La società più importante si chiama Octo Telematics, ed è quella che in Italia per prima ha fiutato le opportunità offerte dalle scatole nere. Ebbene, oggi Octo Telematics fa capo al colosso russo Renova, che nell’aprile del 2014 ne ha rilevato il controllo dai precedenti azionisti. Tra questi spiccavano Rothschild, Amadeus Capital e il fondo Charme II di Luca Cordero di Montezemolo. Nel settembre del 2014, poi, il 27,8% dell’azienda è stato venduto da Renova al fondo Pamplona.
I DETTAGLI
Insomma, è attraverso questa società che oggi passa il grosso del “mercato” italiano delle scatole nere. Del resto Octo fornisce servizi legati alle black box alle principali compagnie assicurative italiane, a partire dalla Unipol guidata dall’Ad Carlo Cimbri. Ma nel “portafoglio” clienti ci sono pure Generali (in parte), Cattolica Assicurazioni, Reale Mutua, Sara Assicurazioni e il comparto assicurativa di Intesa Sanpaolo. In realtà Octo non produce autonomamente scatole nere, ma le compra da produttori in tutti i paesi del mondo nei quali opera. In Italia, per esempio, li acquista da Magneti Marelli e Meta System. Dopodiché la società mette a disposizione dei gruppi assicurativi tutte le informazioni derivanti dalle black box installate sulle automobili. Ed è questo il margine di business dell’azienda. Octo, che però fornisce anche altri servizi tecnologici, nel 2013 ha fatturato 117 milioni di euro, in ascesa rispetto ai 90 del 2012. Ma dagli 11,3 milioni di utili del 2012 si è passati a un rosso di 1,8 milioni nell’anno successivo.
IL MECCANISMO
Unipol, come detto, è il principale cliente di Octo. Il gruppo di Cimbri fa sapere che l’installazione della scatola nera è a carico della compagnia e consente sconti sulla Rc Auto che vanno dal 20 al 30% (65% nel caso di incendio/furto). Generali, dal canto suo, spiega che lo sconto sull’Rc Auto è del 18% (50% per incendio/furto). Anche il Leone di Trieste, guidato dall’Ad Mario Greco, fa sapere che l’installazione è a carico della compagnia. Ma il principale fornitore di Generali è Cobra Automotive Technologies, ovvero il principale concorrente di Octo Telematics. Ebbene, anche Cobra riporta a una società estera, visto che qualche mese fa è stata rilevata dal colosso inglese Vodafone. Poi ci sono altre due società che stanno cercando di accaparrarsi fette di mercato. Si tratta di Viasat e Infomobility. Generali, tra l’altro, precisa che tra i suoi fornitori ci sono tutti e quattro i gruppi. In realtà la previsione di sconti a seguito dell’installazione delle scatole nere era prevista sin da un decreto Monti del 2012, poi riproposto nel 2013 dall’allora premier Letta. Ma qualcosa si è sempre inceppato, soprattutto in termini di attuazione pratica della misura. Adesso ci riprova il ddl concorrenza. Le società del settore spiegano che si tratta dell’opportunità per un contribuente onesto di pagare il giusto. Ma per le aziende è sicuramente un’opportunità di fare soldi.
Twitter: @SSansonetti