L’ultimo caso è scoppiato a Isernia, nel piccolo Molise: la Procura ha aperto un’inchiesta per violenza sessuale su un minore per un caso di pedofilia che coinvolgerebbe un parroco della diocesi. “Il caso è delicato – ha detto il procuratore Paolo Albano, confermando l’inchiesta – e c’è il segreto istruttorio”. Un segreto, si vede, anche da parte della stessa diocesi che avrebbe a lungo coperto il sacerdote. Ma quello di Isernia non è un caso isolato. D’altronde anche la commissione vaticana istituita dallo stesso Papa Francesco si è dimostrata essere un buco nell’acqua. Marie Collins, la donna irlandese che si è dimessa dalla stessa commissione per le troppe omissioni all’interno della Santa Sede, due giorni fa ha espresso una durissima critica: “La Commissione è solo sulla carta, un nome vuoto”.
Una tesi confermata anche da Francesco Zanardi, presidente della Rete L’Abuso che raccoglie tutte le vittime di pedofilia, come lo è stato anche lui, da parte di sacerdoti: “La commissione – spiega a La Notizia – ha come obiettivo quello di monitorare gli episodi di pedofilia. Nulla di più. Ma neanche questo risultato è stato raggiunto”. L’unico dato che abbiamo è quello raccolto dalla stessa Rete L’Abuso, secondo cui sono 360 i sacerdoti condannati per pedofilia dal 2000 ad oggi e un altro centinaio i prelati indagati o imputati.
Il punto, però, è che le violenze sono di gran lunga sottostimate. Tutto dipenderebbe da quanto stabilito dai Patti Lateranensi, specificatamente nella parte in cui si solleva la gerarchia ecclesiastica (vescovi e cardinali in primis) dall’obbligo di denuncia. Un particolare non da poco, oggi garanzia di impunità per tanti sacerdoti, come testimoniano più e più fatti di cronaca. Questo il motivo per cui l’Onu, già dal 2014, ha chiesto a Italia e Vaticano di rivedere i Patti. Ma c’è di più: a prescindere dall’eventuale revisione, infatti, la Santa Sede avrebbe dovuto comunque fornire risposte ai rilievi Onu entro il primo settembre 2017. Rilievi nei quali si sottolinea anche che il Vaticano “non ha riconosciuto l’entità dei crimini commessi, non ha preso le misure necessarie per affrontare i casi di abuso sessuale sul bambino e per proteggere i bambini, e ha adottato politiche e pratiche che hanno condotto alla continuazione dell’abuso”. E dopo quasi tre anni, nessuna risposta è arrivata, come conferma ancora Zanardi.
Nel frattempo, per la prima volta nella storia della Repubblica, è stata presentata, dal 5 stelle Matteo Mantero, un’interrogazione che affronta l’annosa questione dei sacerdoti pedofili, chiedendo un intervento fattivo al Governo italiano. Già, perché lo Stato avrebbe potuto e potrebbe fare molto di più. Basti questo: a differenza della gran parte degli altri Paesi dell’Unione europea, non c’è in Italia una commissione parlamentare ad hoc. E, ancora, osserva Zanardi, “c’è il certificato anti-pedofilia, ma alcune categorie sono esentate dal presentarlo”. Tra queste, proprio i sacerdoti.
Twitter: @CarmineGazzanni