Che ci fanno due consiglieri economici del ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, negli organi di vertice della più importante società immobiliare italiana a capitale prevalentemente privato? Come al solito, pur nell’assenza di un’incompatibilità formale, vengono a galla questioni di opportunità nell’assunzione di incarichi come minimo a rischio di sovrapposizione di interessi. Qualche settimana fa, un bel po’ in sordina, Stefano Scalera e Susanna Masi sono stati nominati rispettivamente presidente del Cda e presidente del Collegio sindacale di Idea Fimit. Parliamo della cassaforte immobiliare del gruppo De Agostini, titolare del 64,3% del capitale, società che attualmente gestisce asset per 9 miliardi di euro divisi tra 40 fondi immobiliari. Certo, con il 29,6% delle azioni di Idea Fimit troviamo l’Inps. Ma di base si tratta di un gruppo a trazione privata.
I legami – Ora, Scalera e Masi hanno molto a che fare con via XX Settembre. Il primo, per dire, è stato per anni capo della direzione VIII del Tesoro, direttore dell’Agenzia del Demanio e consigliere di amministrazione della società pubblica Invimit, tutte strutture ministeriali che si occupano dell’immenso patrimonio immobiliare pubblico. Ma il dirigente Mef, lasciati questi incarichi, è rimasto al dicastero come consigliere di Padoan, ruolo che ricopre tutt’ora. La Masi, commercialista ed esperta fiscale con trascorsi in Ernst&Young e Arthur Andersen, invece non è una dipendente Mef, ma a via XX Settembre è legata sotto diversi punti di vista: è anche lei consigliera economica di Padoan, siede nel consiglio di amministrazione di Equitalia ed è presidente del collegio sindacale di Invimit. Ma come è possibile che due funzionari-manager pubblici siano finiti in un colosso prevalentemente privato, rispetto al quale il dicastero dovrebbe essere interlocutore imparziale? In base alle spiegazioni fornite ieri dal Mef a La Notizia, Scalera e Masi sono stati nominati nella società immobiliare su indicazione dell’Inps di Tito Boeri, approvata dallo stesso Mef per quanto riguarda Scalera (autorizzazione che invece non è stata necessaria per la commercialista, in quanto non dipendente del Tesoro). Sulla carta, quindi, tutto liscio come l’olio.
Il punto – Ma non si capisce molto bene perché l’azionista Inps non abbia espresso le indicazioni attingendo al suo organigramma, invece di far ricorso a uomini del ministero dell’economia. Anche perché Scalera, come detto, è uno dei massimi conoscitori dei segreti del patrimonio immobiliare pubblico. Tra l’altro è stato consigliere di Invimit, la società immobiliare del Tesoro che in teoria potrebbe anche fare concorrenza a Idea Fimit. Osservazioni valide anche per la Masi, che ancora oggi è a capo del collegio sindacale di Invimit e siede nel Cda di Equitalia, la società di riscossione dei tributi. E se Idea Fimit avesse conteziosi con il Fisco? E’ opportuno che il suo sommo controllore dei conti sieda anche dall’altra parte?
Twitter: @SSansonetti