“Ci troviamo in una situazione senza precedenti che ha colpito l’intero pianeta”. Ecco perché “il Governo ha fatto comunque bene, è stato e continua ad essere prudente perché abbiamo, purtroppo, ancora un alto numero di decessi ogni giorno e indici di contagio non totalmente rassicuranti in alcune regioni del Nord”. Positivo, dunque, il giudizio di Davide Crippa, capogruppo del Movimento cinque stelle alla Camera, dopo la road map tracciata dal Governo Conte per uscire dal lockdown ed entrare nella tanto agognata Fase 2. Ed è proprio per questo, però, che secondo Crippa le polemiche che arrivano dall’opposizione non aiutano, dato che c’è chi, come Salvini, dice “sempre esattamente il contrario di quanto dichiara il Governo”. Un gioco delle parti che ha stancato dato che, a detta di Crippa, “la gente ha capito che non è più credibile”.
Al di là delle polemiche, crede però che siano possibili delle migliorie al testo partorito da Palazzo Chigi?
L’esecutivo sin qui ha fatto un ottimo lavoro. Un tema che mi sta a cuore, da padre, è quello di ipotizzare, da parte del Governo, di dare maggior sostegno agli enti locali, per conferire più strumenti e soluzioni alle famiglie che torneranno al lavoro, e che saranno costrette a lasciare i figli da soli a casa.
C’è però chi lamenta da parte delle banche collaborazione con prestiti complicati e tempi lunghi…
Ci sono stati dei rallentamenti delle procedure è vero ma, come ha affermato il viceministro Castelli, il Governo sta lavorando per velocizzare il sistema e per portare a funzionare nel miglior modo possibile queste misure. Comunque dal 17 marzo al 26 aprile sono pervenute 31mila domande dalle piccole e medie imprese per l’equivalente di richieste di crediti garantiti pari a 3,4 miliardi di euro.
Tra le proteste spiccano quelle del mondo ecclesiastico sulla riapertura dei luoghi di culto, che hanno accolto il parere favorevole di parte del Pd. C’è il rischio di nuove spaccature nella maggioranza?
È comprensibile che la Cei rivendichi attenzione per riprendere le celebrazioni liturgiche con il popolo, ma il comitato tecnico-scientifico è stato molto chiaro su questo punto: ci sono ancora delle criticità ineliminabili e consentire un accesso prematuro ai sacramenti per i fedeli potrebbe essere molto rischioso e riportarci al punto di partenza, vanificando i sacrifici fatti.
Sembra quasi uno scontro tra religione e scienza. Un vescovo ieri ha detto che “la Chiesa non è un luogo di contagi”…
Nessuno scontro, solo buonsenso e rispetto per la salute pubblica dei cittadini. Lo stesso presidente Conte ha affermato che il tema gli è caro, e che sono allo studio nuovi protocolli per far sì che si possa far tornare, i fedeli, a partecipare alla Messa in sicurezza. Comunque, finalmente, dal 4 maggio, sarà consentita la celebrazione dei funerali e si potranno salutare i propri familiari.
Salvini ieri ha detto che l’unica autocertificazione che serve è quella del buon senso. Atteggiamenti del genere rischiano di creare caos e di legittimare comportamenti non adeguati della cittadinanza?
Salvini ha fatto il triplo salto mortale, dall’inizio della pandemia, pur di farsi notare, cambiando idea più volte sulle riaperture, dicendo sempre esattamente il contrario di quanto affermato dall’esecutivo, senza mai dare nessuna soluzione. La gente ha capito che non è più credibile, per questo perde consenso.
Anche la Meloni non è stata da meno, lamentando il fatto che la cassa integrazione in molti casi non è arrivata. Insomma, le misure adottate finora stanno funzionando o no?
È stato lavorato un numero di pratiche, in pochi giorni, pari a quello che normalmente si lavora in molti anni. Tra l’altro c’è stato il ritardo di qualche regione nel far arrivare i dati. Abbiamo appena approvato il Cura Italia in via definitiva alla Camera, per dare una prima risposta e aiuto economico al Paese, stiamo lavorando sul Reddito di emergenza e sul dl aprile, nel quale saranno inseriti ulteriori ingenti fondi a sostegno di imprese, famiglie e lavoratori, e lo stesso Conte ha parlato di altre risorse per 55 miliardi di euro. Per non dimenticare che l’esecutivo sta lavorando ad una misura, del valore di 10 miliardi di euro, a fondo perduto, per aiutare i piccoli imprenditori. Non lasceremo nessuno indietro.