Mega-parco auto di Stato. Dalle Regioni ai Comuni le vetture blu sono 33.520. Ecco in esclusiva il censimento del Formez. Lo spreco vero è negli enti periferici

Quante sono le vetture blu in dotazione alle pubbliche amministrazioni

Laces è un comune italiano di 5.234 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. La piccola amministrazione locale dispone di 22 automobili di proprietà. Curioso considerando che, per dire, il ministero dello Sviluppo economico ne ha solo 5. Esattamente come la Farnesina, mentre il ministero della Salute soltanto 2. Sono alcuni dei dati contenuti nel corposo censimento che il Formez ha realizzato sulle “autovetture di servizio delle pubbliche amministrazioni inserite nel Conto Economico consolidato delle pubbliche amministrazioni”, che La Notizia ha visionato in esclusiva.

Partiamo dal dato generale: al 31 dicembre 2018 il dipartimento della Funzione Pubblica – a cui il Formez risponde – conta 33.520 auto di Stato. È importante precisare che nel computo, ovviamente, non compaiono auto di scorta, auto delle Forze dell’Ordine o dei Vigili del Fuoco, mezzi sanitari, dell’Anas o di rappresentanza istituzionale (degli ambasciatori, per esempio). Parliamo, in altre parole, dei veicoli in uso agli enti pubblici per il trasporto di autorità di ogni ordine e grado. Tale precisazione aiuta a comprendere l’entità della cifra che, peraltro, risulterebbe in crescita rispetto al 2017 quando di auto di Stato se ne contavano 29.195.

C’è, però, da dire che è aumentato anche il numero degli enti che ha risposto al censimento: siamo passati da 6.890 a 8.365. In altre parole, dunque, all’aumento del 15% di vetture fa da contraltare un aumento del 21% di enti rispondenti, col risultato che, in linea di massima, non è cambiato granché a distanza di un anno in merito all’entità del nostro parco auto. Che, anzi, verosimilmente conta più vetture delle 33.520 censite, considerando la negligenza nella comunicazione dei dati, specie a livello periferico: se, per dire, il 95% degli organi centrali dello Stato ha risposto, per i comuni ci si è fermati all’84%; per le unioni di comuni al 63%; per le camere di commercio all’80%. Ma andando a scartabellare nell’approfondito censimento, quel che emerge è proprio come la mole di auto blu e grigie sia concentrata negli enti periferici.

Basti questo: le amministrazioni centrali dello Stato contano 234 vetture; le regioni, invece, 1.539, le province e città metropolitane 1.435, i comuni ben 16.382. E il caso di Laces, a riguardo, è piuttosto eloquente. Ma non è l’unico. A San Vito al Tagliamento, dove vivono 15mila anime, l’amministrazione dispone di 36 automobili; quasi quanto gli organi di rilievo costituzionale (Corte dei Conti, Csm, Consiglio di Stato e Avvocatura), che ne hanno 39. Abbiamo, poi, le province che, a dispetto della loro paventata soppressione con la riforma di Graziano Delrio, sono vive e vegete e viaggiano in auto, con autista molto spesso. Gli enti provinciali, infatti, contano 1.200 vetture di servizio. E anche qui le differenze sono all’ordine del giorno: se la provincia di Mantova dispone di una sola autovettura, ci si chiede perché a Cuneo ne siano necessarie 88 e a Pisa 47. E, ancora, ci si chiede perché la Provincia di Salerno (1,1 milioni di abitanti) possa accontentarsi di 8 automobili, mentre quella di Isernia (84mila abitanti) ne debba avere 10.

Ci sono, poi, le Regioni. E anche in questo le curiosità sono tante. Prendiamo l’Abruzzo: perché risultano in uso al consiglio regionale 4 autovetture, mentre la giunta ne dispone di 115? Certo, si dirà: le sedi istituzionali sono divise tra L’Aquila e Pescara, ma ciò potrebbe giustificare, ovviamente, un eventuale dato alto sui chilometraggi da rimborsare, non l’entità delle auto a disposizione. La situazione non cambia in Toscana, dove le auto per la giunta sono 243, a fronte delle 4 del consiglio. E sono numeri curiosi considerando, per dire, che il consiglio della Regione Lazio non conta neanche un auto. Il Molise e la Puglia, invece, hanno preferito non rispondere. Esattamente come la città metropolitana di Napoli o la provincia di Reggio Calabria. Quando si dice il buon esempio.

Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile direttore,
nell’articolo affermate che tra gli enti inadempienti all’aggiornamento del parco auto della PA al Formez mancherebbe il “Policlinico Maggiore di Milano”. Eppure la nostra Amministrazione ha provveduto in tempi utili, come sempre, a segnalare ogni mezzo di servizio in nostro possesso. Troverà in allegato anche le schermate ufficiali del registro, dove potrà verificare di persona quanto detto. Per questo vi chiediamo gentilmente di rettificare l’informazione pubblicata dal vostro giornale, in modo da chiarire ai lettori la realtà della situazione. Rimaniamo a vostra disposizione per qualsiasi altro approfondimento.
Ufficio stampa – Policlino di Milano

Replica l’autore dell’articolo:
Ringraziamo per la precisazione il Policlinico che, dai documenti inviatici, risulta effettivamente aver comunicato in tempi utili i propri dati al Formez. Il cortocircuito è imputabile al Formez stesso, dato che dal report in nostro possesso il Policlinico risulta, come scritto nel pezzo, tra gli “enti non rispondenti”.
CG