Nell’ultimo giorno del suo viaggio in Armenia, Papa Francesco si volta verso il Catholicos Karekin II, al termine della “divina liturgia” celebrata nel piazzale di San Tridate a Etchmiadzin, “il luogo dove è sceso l’Unigenito”, centro spirituale della Chiesa apostolica armena dove la cattedrale risale all’anno 303, ed esclama: “Ed ora, santità, in nome di Dio, vi chiedo di benedirmi, di benedire me e la Chiesa cattolica, di benedire questa nostra corsa verso la piena unità”. Il Papa e il Supremo patriarca degli armeni si abbracciano, si baciano tre volte sulle guance davanti a decine di migliaia di fedeli.
È un altro passo importante nell’impegno ecumenico di Bergoglio, un passo tanto più necessario perché per Francesco i cristiani sono chiamati a “edificare ponti di unione e a superare le barriere di separazione”, a dare l’esempio in un mondo lacerato dalle guerre.
Per questo sono importanti le parole che il Papa scandisce dall’altare alle gerarchie e ai fedeli armeni: “La Chiesa armena cammini in pace e la comunione tra noi sia piena. In tutti sorga un forte anelito all’unità, a un’unità che non deve essere né sottomissione l’uno dell’altro, né assorbimento, ma piuttosto accoglienza di tutti i doni che Dio ha dato a ciascuno per manifestare al mondo intero il grande mistero della salvezza realizzato da Cristo Signore per mezzo dello Spirito Santo”.
Ma è soprattutto il lascito della visita di Bergoglio in Armenia che farà discutere. Francesco, infatti, ha di nuovo definito come un “genocidio” il massacro degli armeni sotto l’impero ottomano nel 1915. Ed è qui che è scoppiata la polemica con la Turchia. Tali dichiarazioni del Papa sono state “molto spiacevoli” e indicano la persistenza della “mentalità delle Crociate”, dato che quella del Pontefice “non è una dichiarazione imparziale né conforme alla realtà”. Lo ha detto il vicepremier turco, Nurettin Canikli. È questa la prima reazione di Ankara alle parole del Papa durante la sua visita in Armenia.
Bisogna tenere infatti presente che la Turchia nega che il massacro degli armeni durante la Prima guerra mondiale sia stato un genocidio pianificato e calcola il numero di vittime tra 250 e 500 mila, mentre per gli armeni e la generalità degli storici internazionali i morti sono stati circa 1,5 milioni.