di Stefano Iannaccone
Altro che investimenti per la ricerca. Il ministero dei Beni culturali e del Turismo (Mibact) non ha pagato nemmeno le persone che lavorano al progetto “500 giovani per la cultura”, avviato nel 2013 e successivamente rinnovato. I tirocinanti sono senza lo stipendio da gennaio. E la condizione potrebbe protrarsi.
SALTA IL BANCO – Ma qual è la causa? “Per un problema è di carattere tecnico amministrativo, non dipeso dal ministero, i pagamenti sono stati attribuiti ai segretari regionali”, ha spiegato il segretario generale del Mibact, Antonia Pasqua Recchia. E i tempi per risolvere la grana non sembrano essere rapidissimi: “Si stanno trasferendo i fondi”, dice Recchia. Parole che suonano come una beffa dopo la promessa del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha annunciato un piano di 2,5 miliardi di euro per la ricerca. “Sarebbe il caso di risolvere i problemi esistenti e chiudere con la politica dei tirocini riservati a persone già formate”, dice a La Notizia la deputata di Sinistra italiana, Monica Gregori. L’ex viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, ha chiesto un chiarimento ufficiale al ministro Dario Franceschini. Il deputato di Si ha polemizzato con il governo sulla riforma della Pubblica amministrazione, ritenendola colpevole del disguido nella parte che riguarda la “riorganizzazione delle competenze e delle funzioni legate al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e del rapporto tra quest’ultimo e il Ministero dell’Economia e delle finanze”. Del resto il bando ha fatto discutere sin dalla sua pubblicazione nel 2013, quando al Mibact c’era Massimo Bray. Ai 500 giovani fu proposto un contratto di 500 euro al mese. E senza alcuna prospettiva.
NODO ASSUNZIONI – Salvo Barrano, presidente dell’Associazione nazionale archeologi, contesta la logica del progetto: “Il meccanismo non deve funzionare così. Perché nel caso in cui i giovani non dovessero essere assunti, si sentirebbero svantaggiati. Ma se fosse proposto un contratto, gli esclusi avrebbero ragione ad avanzare rimostranze. Molti sono stati estromessi perché erano troppo formati. Così non si premia il merito.” Anche il “comitato nazionale 500 giovani”, che si è nel frattempo costituito, ha alzato la voce. E ha chiesto quale “contributo professionale i giovani potranno dare in prima persona all’interno degli Enti, in uno scenario lavorativo futuro”. Insomma, vogliono certezze Monica Gregori esprime un giudizio severo. “Questo non è lavoro, né investimento sulla ricerca. Il governo rafforza solo il precariato”. Per carità, l’ultima Legge di Stabilità ha previsto l’assunzione di 500 tecnici. Ma poi al Mibact ci sono tirocinanti non pagati per mesi.
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