Le destre alla prova dell’Autonomia. Si vota per i ballottaggi delle comunali dopo la riforma

Da Bari ad Avellino, si torna alle urne in 14 capoluoghi per le comunali. Nelle grandi città Centrosinistra avanti 10-5 al primo turno.

Le destre alla prova dell’Autonomia. Si vota per i ballottaggi delle comunali dopo la riforma

Nuovo round per le Comunali. Considerati i sei capoluoghi di Regione (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza) e i 23 capoluoghi di provincia chiamati alle urne l’8 e il 9 giugno (Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia), la partita si era conclusa a favore del centrosinistra.

In 10 comuni si è affermato il centrosinistra al primo turno: Cagliari, Bergamo, Cesena, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Prato, Reggio Emilia, Sassari. A fronte dei cinque in cui si sono aggiudicate la vittoria le destre: Ascoli Piceno, Biella, Ferrara, Forlì, Pescara.

I comuni capoluogo chiamati al ballottaggio del 23 e del 24 giugno

Andranno invece al ballottaggio del 23 e del 24 giugno 14 comuni capoluoghi (in tutto i centri chiamati al secondo turno sono circa un centinaio): Bari, Lecce, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza, Avellino, Caltanissetta, Cremona, Rovigo, Urbino, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia.

Ma su questo secondo turno ci sarà una variabile di peso che sarà anche un test per le coalizioni in campo, vale a dire il via libera all’Autonomia differenziata. I deputati calabresi di FI non l’hanno votata e il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha definito l’accelerazione sulla riforma “un errore”, che rischia di essere un “boomerang elettorale” per la coalizione.

Da Bari ad Avellino, da Potenza a Campobasso, da Caltanissetta a Vibo Valentia i comuni meridionali chiamati al voto saranno un test rispetto alle previsioni di Occhiuto.

La partita pugliese: da Bari a Lecce

A Bari si contenderanno la guida della città Vito Leccese (centrosinistra) e Fabio Romito (centrodestra). Non c’è stato un apparentamento ufficiale ma Pd, Verdi, M5s e Sinistra italiana adesso sono nella stessa squadra a sostegno di Leccese dopo la spaccatura al primo turno sancita con la candidatura dell’avvocato Michele Laforgia. Dall’altra parte c’è un centrodestra che al primo turno non è andato oltre il 29%.

Sfida infuocata anche a Lecce, l’altro capoluogo pugliese dove ci sarà il ballottaggio tra Carlo Salvemini, sindaco uscente del centrosinistra, e l’ex ministra Adriana Poli Bortone per il centrodestra che ha mancato la vittoria al primo turno per 24 voti dopo il riconteggio.

Da Campobasso a Firenze, le sfide delle elezioni comunali

A Campobasso a contendersi la guida di Palazzo San Giorgio sono l’avvocato Aldo De Benedittis (sostenuto da sei liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Popolari, Udc, Noi Moderati) e la dirigente scolastica Marialuisa Forte (sostenuta da tre liste: Pd, Movimento 5 Stelle e lista Verdi-Sinistra).

De Benedittis, che in passato è stato assessore comunale con il sindaco Gino Di Bartolomeo, al primo turno ha ottenuto il 47,9 per cento dei consensi mentre la Forte, che è al suo debutto in politica, si è fermata al 32,16. A Campobasso l’amministrazione uscente è un monocolore 5 Stelle.

E’ sfida tra campo largo e centrodestra unito anche a Firenze per il ballottaggio tra la candidata sindaco del centrosinistra Sara Funaro, che al primo turno ha ottenuto il 43,17% dei voti, e Eike Schmidt, candidato del centrodestra, arrivato al 32,86%.

Funaro ha incassato il sostegno del Movimento 5 stelle fiorentino e del candidato Lorenzo Masi, che al primo giro di boa, in una corsa in solitaria, è arrivato al 3,35% dei consensi.

Per Funaro endorsement anche dalla candidata sindaco Iv, e vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi che al primo turno ha ottenuto il 7,29%, mentre il resto di Italia viva ha invitato tutti i fiorentini ad andare a votare al ballottaggio ma lasciando liberi elettori e dirigenti del partito di fare le proprie valutazioni.

Resta l’incognita su come si orienteranno gli elettori di Cecilia Del Re di Firenze Democratica, ex assessora Pd arrivata al 6,21%.

Comunali, a Perugia sfida all’ultima scheda tutta al femminile

Comunque vada da lunedì sera Perugia avrà la prima sindaca della sua storia. A contendersi la città Margherita Scoccia per il centrodestra e Vittoria Ferdinandi per il centrosinistra. Al primo turno Ferdinandi e Scoccia hanno entrambe sfiorato il 50 per cento dei voti e vanno al ballottaggio con una manciata di consensi a dividerle.

Il dato definitivo ha assegnato a Ferdinandi, centrosinistra e civici, 40.922 voti, il 49,01 per cento del totale, e a Scoccia, centrodestra e civici, 40.324, pari al 48,29 per cento. Sono quindi 598 voti di differenza.

Una sfida apertissima a Potenza dove il ballottaggio è tra Francesco Fanelli (centrodestra) e Vincenzo Telesca (centrosinistra). Al primo turno – quando l’affluenza è stata del 69,1% rispetto al 71,7 di cinque anni prima – Fanelli (dirigente della Lega, sostenuto da sette liste, con all’interno anche diversi esponenti di Azione e Italia Viva) ha ottenuto 15.416 pari al 40,6%, contro i 12.319, pari al 32,4%, di Telesca, consigliere comunale uscente, che ha l’appoggio di cinque liste, tra cui una “riconducibile” al Pd ma senza simbolo dem.

Nel campo progressista, invece, cresce l’attesa per comprendere come si comporteranno gli elettori che al primo turno hanno sostenuto altri due candidati del centrosinistra: Pierluigi Smaldone, a capo di una coalizione formata da Potenza Ritorna, Città Nuova e M5S, per il quale hanno votato 6.696 potentini (17,6%), e Francesco Giuzio (Basilicata possibile) che si è fermato a quota 3.058 (8%).

Per giorni sono andate avanti le interlocuzioni tra Telesca, Smaldone e Giuzio: alla fine non c’è stato alcun apparentamento ufficiale ma un accordo programmatico, in dieci punti, sottoscritto dai tre.

Dei sette candidati in lizza ai nastri di partenza, i due più votati ad Avellino sono stati Antonio Gengaro con il 36,98% e Laura Nargi, che si è fermata al 32,49% con le sue tre civiche. Il primo è il frontman del campo largo a guida Pd-M5s, anche se lui preferisce definirlo ‘fronte progressista’. La seconda ha più volte rimarcato il suo carattere civico, tanto da smentire qualsiasi accordo con partiti di centrodestra, a cominciare dalla Lega.

Niente campo largo a Caltanissetta per le comunali

Non ci sarà il campo largo al ballottaggio delle amministrative invece a Caltanissetta per l’elezione del sindaco. Il sindaco uscente del M5s Roberto Gambino, che al primo turno ha ottenuto il 28% dei voti, non ha infatti trovato alcun accordo né con la candidata del centrosinistra Annalisa Petitto né con quello del centrodestra Walter Tesauro che vanno al ballottaggio.

Tesauro, 62 anni, avvocato, candidato del centrodestra, che al primo turno ha ottenuto 10.052 voti (34,42%), è sostenuto dalle liste Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega-Udc, Democrazia cristiana, Azzurri per Caltanissetta-Tesauro Sindaco, Giovanna Candura-Riprendiamo il cammino-Caltanissetta 2030, Noi Moderati.

Petitto, 46 anni, avvocato e consigliere comunale uscente, al primo turno ha ottenuto 9.000 voti (30,81%). Ha militato per anni nel Partito democratico dal quale è uscita due anni fa, ed ha il sostegno di sette liste.

Anche a Cremona sarà il ballottaggio a decretare il nome del nuovo sindaco dopo che il primo turno si è chiuso con un vantaggio di soli 402 voti (l’1,25%) per il candidato del centrodestra, Alessandro Portesani, nei confronti di quello del centrosinistra, il vicesindaco uscente Andrea Virgilio.

Secondo turno anche a Urbino, con Maurizio Gambini (centrodestra) già sindaco della città in vantaggio di tre punti percentuali sul rivale di centrosinistra Federico Scaramucci, e a Verbania, dove è avanti il candidato di centrosinistra.

Si torna alle urne a Vercelli, dove ha ottenuto più voti il candidato di centrodestra, e Vibo Valentia: anche qui il candidato di centrodestra ha ottenuto 7 punti in più dello sfidante.