Altro che semplice esantema innocuo. L’Herpes Zoster, comunemente chiamato fuoco di Sant’Antonio, potrebbe aumentare di circa il 60% il rischio di un attacco cardiaco e del 35% quello di ictus. A mettere in guardia contro questo nuovo rischio è un ampio studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology. L’Herpes Zoster è una malattia causata dal virus della varicella. Una volta guariti dalla varicella, però, il germe non viene distrutto dall’organismo ma resta latente e suscettibile a riattivarsi in caso di abbassamento delle difese immunitarie. I ricercatori della Corea del Sud hanno seguito, dal 2003 al 2013, più di 23mila casi di pazienti con Herpes Zoster. Messi a confronto con altrettante persone che non ne aveva sofferto, si è visto che i primi vedevano aumentare del 35% la probabilità di ictus e del 59% quella di attacco cardiaco.
Primo anno – Il rischio era maggiore nel primo anno dopo l’insorgenza dell’herpes e diminuiva nel tempo, inoltre colpiva di più i pazienti con età inferiore ai 40 anni. Infine, nelle donne infettate dal virus si presentavano fattori di rischio comuni per patologie come ipertensione, diabete e colesterolo alto, nonostante il fatto che, proprio in questo gruppo, si riscontrasse meno sedentarietà, meno probabilità di fumare e meno assunzione di alcol: tutti fattori che dovrebbero invece diminuire il rischio di malattie cardiovascolari. Tra le varie ipotesi per cui episodi di herpes zoster prima dei 40 anni possano far aumentare il rischio di eventi cardiovascolari, i ricercatori non scartano la possibilità di una spiegazione biologica. Potrebbe essere che il virus herpes zoster, restando in circolazione dopo un primo episodio, infetti il tessuto arterioso, e che i giovani con altri fattori di rischio vascolari siano particolarmente sensibili agli eventi vascolari acuti che ne possono derivare. Nella maggior parte dei casi il Fuoco di Sant’Antonio si sviluppa nelle persone anziane e una sola volta nella vita (meno dell’1 percento dei casi lo presenta due volte), provocando un’eruzione cutanea con dolorose e pruriginose vescicole, dalle quali deriva il nome “Fuoco di Sant’Antonio” o quello meno utilizzato di “fiamme di Satana”. Nei casi più seri può estendersi anche ai nervi del viso e degli occhi.
Terapie antivirali – Esiste un vaccino contro il virus dell’herpes zoster ma sono tutt’oggi in corso studi per verificare se questo può aiutare a prevenire lo sviluppo e ridurre la gravità dell’infiammazione. E’ importante inoltre evitare contatti con le persone già colpite da herpes per scongiurare un possibile contagio. Se invece l’infiammazione è già in corso è possibile, sulla base di indicazione e prescrizione medica, adottare terapie antivirali, trattamenti topici che interessano direttamente la pelle o tens, ossia stimolazione elettrica transcutanea dei nervi. I casi di hepes zoster solo in Italia sono trecentomila l’anno.