Di Antonello Di Lella
Ora è proprio il caso di dire che i poliziotti sono rimasti in mutande. Perché non bastavano gli stipendi bloccati, i tagli agli organici e ai presidi territoriali, ora non ci sono più nemmeno i soldi per le divise. E non solo per quelle. Il piatto piange anche per l’acquisto degli abiti civili per attività investigative. Nell’anno 2013 non è stata realizzata alcuna fornitura e, per ora, non è stata prevista nemmeno per l’anno in corso. Qualcosa in più potremmo saperla nelle prossime ore, perché proprio oggi è previsto un incontro tra le organizzazioni sindacali e il vice Capo della Polizia Alessandro Marangoni. Gli abiti civili sono quelli indossati dagli agenti delle scorte, squadra mobile, Digos, squadre investigative e polizia giudiziaria. “Che ad acquistarli debba essere lo Stato non è un diritto vero e proprio, ma il frutto di un risultato ottenuto grazie a lotte sindacali di lunga durata”, afferma Giuseppe Tiani, segretario del Siap. In fin dei conti se viene richiesto un certo tipo di abbigliamento sarebbe lecito attendersi anche un piccolo contributo. Ma le casse sono vuote. E allora occorrerà capire se vi è qualche residuo di spesa per comprare giacche e cravatte per i poliziotti in borghese. “Qualora ci fossero verrebbero stipulate convenzioni a livello locale e”, spiega Tiani, “attraverso ticket distribuiti agli agenti, si procederebbe al vestiario”. Ma sembra più realistico, come segnalato in differenti realtà territoriali, doversi accontentare di capi scadenti sia per qualità che per manifattura. Sulle divise vere e proprie, invece, da nord a sud le situazioni paradossali non mancano davvero. A Padova, per fare un esempio concreto, davanti a un organico di mille persone sono stati inviati 79 pantaloni maschili, 19 femminili, 62 scarpe, 20 magliette polo e 195 camicie. E allora pensare ad agenti dello stesso commissariato vestiti diversamente non è un’ipotesi frutto della fantasia. Altre segnalazioni, invece, parlano di divise tenute in magazzino a causa della mancanza dell’ok ministeriale. Detto questo è inutile parlare delle divise estive che Volanti e Reparti prevenzione crimine avrebbero dovuto indossare.
L’esercito di Franceschiello
Il vero allarme riguarda però la gran parte del corpo di Polizia. Divise vecchie usate e riusate fino all’usura, che non è stato possibile rinnovare per la gran parte degli agenti. Che dovranno accontentarsi di quelle vecchie. Almeno fino a quando non cederanno definitivamente. “Un solo pantalone e due camice”, denuncia il segretario del Siulp Felice Romano, “dopo cinque anni di attesa, è stato possibile acquistare la nuova divisa solo per il 20% dei poliziotti. E così sulle Volanti vedremo sfilare l’esercito di Franceschiello con due agenti che fanno lo stesso servizio ma vestiti in maniera diversa”. Sono davvero lontani i tempi in cui l’uniforme rappresentava un carattere per contraddistinguersi. E tutto doveva essere ineccepibile. Magari solo un simbolo? Ora nemmeno più quello. Con qualche agente costretto a tenersi su pure il cinturone della pistola. Un’immagine grottesca, ma in alcuni casi più che verosimile.
Autofinanziamento
Con gli stipendi bloccati ormai dal 2010, sembra davvero paradossale che ora agli agenti venga richiesto una sorta di autofinanziamento. Perché le nuove divise ci sono soltanto per i poliziotti delle Volanti e dei Nuclei di Prevenzione del crimine.
Ad alzare il tiro il Siulp: “Gli altri poliziotti dovranno comprarsela da soli”. Stiamo parlando di una divisa che acquistata singolarmente viene a costare sui mille euro, mentre se mediante un appalto verrebbe a costare almeno la metà. Insomma, poco meno di una mensilità per la nuova divisa. Sperando, come già vocifera qualche agente di Polizia, di non dover arrivare al paradossale con il riciclo di quelle vecchie ed usate già da altri colleghi. “Abbiamo circa 300 centri di spesa nel comparto sicurezza e difesa: ogni forza di polizia compra le divise ma anche auto o strumentazioni in maniera diversificata e autonoma”, denuncia il segretario del Siulp Romano, “e il risultato è che con i tagli di 4 miliardi che i governi negli ultimi anni hanno operato sul comparto, solo il 20% dei poliziotti ha la divisa. Avendo tagliato sui capitoli ma non sui centri di spesa, i soldi servono così a mantenere l’apparato e non a rendere efficiente il servizio”.