“Tecnicamente non è una mozione di sfiducia a Gallera. Sostanzialmente sì”. Il capogruppo del Partito Democratico al Consiglio regionale della Lombardia, Fabio Pizzul, nel corso di una conferenza stampa tenuta in videoconferenza, ha annunciato di aver depositato ieri una mozione dal titolo “Revisione dell’assetto dell’assessorato Welfare e della sua Direzione Generale a seguito della gestione dell’epidemia di Covid-19” che sarà discussa dal Consiglio regionale lombardo lunedì prossimo. Se formalmente si tratta di “impegnare il presidente Fontana a rivedere radicalmente e a cambiare la gestione dell’assessorato al Welfare”, da un punto di vista pratico, a chi gli chiede se si tratti di una mozione di sfiducia con cui si chiedono le dimissioni dell’assessore Giulio Gallera, Pizzul spiega che “la richiesta è di un cambio di passo, un’inversione di rotta” vista la “gestione disastrosa” dell’emergenza.
“Chiediamo al presidente Fontana una discontinuità. Noi ci aspettiamo che dall’approvazione di questa mozione arrivino gesti da parte del presidente Fontana che devono passare anche dalle dimissioni di Gallera, che però non bastano. A noi preme dire che non basta la testa di Gallera, perché non è sufficiente a mettere una pietra sopra a quanto e’ successo. Non basta un’operazione di maquillage”. Insieme al capogruppo dem era presente anche Vinicio Peluffo, segretario regionale del Pd, che ha sottolineato come “Fontana non possa scappare dalle proprie responsabilità”. “Ha già provato – aggiunge il segretario dem – a farlo sulla delibera sciagurata dell’8 marzo sulle RSA. Ha cercato di scaricare tutto sui tecnici quando invece era una responsabilità politica e amministrativa sua e dell’assessore al Welfare. Mi stupisce che Gallera non abbia già dato le proprie dimissioni. Avrebbe dimostrato maggiore dignità”.
La gestione delle RSA è uno degli 8 punti che all’interno del documento del Pd vengono indicati come “elementi di una gestione incerta e deficitaria”. Gli otto punti sono la mancanza di tamponi a operatori sanitari e sociosanitari in servizio, l’insufficiente numero di test che la Lombardia e’ in grado di processare ogni giorno, la decisione di trasferire pazienti Covid nelle RSA, l’incontrollato aumento dei decessi all’interno delle RSA, le scarse indicazioni ai centri per disabili e alle loro famiglie, la mancanza di DPI, l’inadeguatezza della risposta data ai positivi a domicilio e l’assenza di un piano per la Fase 2. Per questo, il documento chiede “di rivedere radicalmente l’assetto, politico e tecnico, dell’Assessorato al Welfare e dei vertici della sua Direzione Generale, poiché è venuta meno la fiducia necessaria, indispensabile per affrontare con determinazione la fase della ripresa e garantire la progressiva normalizzazione del sistema sanitario e sociosanitario in una situazione di pandemia che ancora non può essere considerata sotto controllo”.