Sono arrivati in Campidoglio gli ispettori del ministero della Pubblica Amministrazione che dovranno eseguire gli accertamenti sulle assenze dei vigili la notte del 31 dicembre a Roma. Gli ispettori, che presso la sede del Comando della polizia municipale stanno incontrando il comandante Raffaele Clemente, dovranno esaminare la documentazione e valutare se ci siano gli estremi per avviare eventuali azioni disciplinari.
30 CASI GRAVI
Sono partite dal comando dei vigili urbani le prime 30 lettere indirizzate alla commissione di disciplina di Roma Capitale. Sarà la commissione a proseguire nell’azione a carico dei dipendenti. Si tratta dei casi che ai primi accertamenti sono apparsi più chiari e più gravi. Per casi come questi è previsto un periodo di cinque giorni prima dell’arrivo della lettera disciplinare per consentire tutte le misure previste dalla legge. Ai 30 dipendenti è stato contestato l’articolo 55 bis del decreto legislativo 150 del 2009 che sottolinea la particolare gravità della mancanza disciplinare rispetto ai contratti di categoria del 2002-2005, 2006-2009 che prevede sanzioni che vanno da una sospensione di undici giorni fino al licenziamento. Nella notte di Capodanno su un totale di circa 900 agenti le assenze sono state 767 e hanno riguardato 571 in malattia, di cui 81 per la legge 104, 63 perché hanno donato sangue proprio quel giorno e 52 per altri motivi (congedi parentali ecc). La percentuale dichiarata dal primo momento è stata del 75% per la malattia, l’8% per le donazioni del sangue e i rimanenti per le altre autorizzazioni.
LA DIFESA DI GRILLO
“Noi stiamo con i vigili! Volete sapere la verità su quello che è successo a Capodanno? Un vigile ha scritto questa lettera diffondetela” e “stop disinformazione!”. Beppe Grillo si schiera dalla parte dei lancia l’hashtag #forzavigili e pubblica sul suo blog la lettera di un vigile sostenendo che “l’accanimento mediatico” legato a quanto avvenuto la notte di San Silvestro “da parte del governo e dei giornali al suo servizio ha due obiettivi precisi”.
Innanzitutto, sostiene il leader M5S, “distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vicenda di mafia capitale collusa con i politici del Comune (a proposito Marino e Poletti quando vi dimettete?)”, in secondo luogo “criminalizzare una categoria sul piano mediatico per agire con misure sempre più restrittive nei confronti di una parte del pubblico impiego”.
Il blog di Grillo pubblica quindi la lettera di David, un vigile urbano della Capitale, che racconta la sua verità sulla notte di Capodanno. “Per chi avesse voglia di conoscere la verità sui vigili brutti e cattivi, che non è quella che vi raccontano – scrive – Non vi raccontano che i vigili sono in agitazione, insieme agli altri comunali, da un mese. Non vi raccontano che Marino, mostrando insofferenza e un po’ di schifo verso la categoria, non si è mai presentato agli incontri con i sindacati. Non vi raccontano che dal primo gennaio è entrato in vigore un nuovo contratto, imposto unilateralmente che prevede riduzioni di stipendio per tutti, su un contratto fermo già da 8 anni”.
Prosegue il ‘j’accuse’ del vigile, fino ad arrivare alla notte incriminata, quella di San Silvestro con l’astensione in massa da lavoro. “I vigili hanno dichiarato che – spiega l’interessato – come forma di protesta avrebbero disertato la prestazione straordinaria volontaria di capodanno, anche perché sciopero ed assemblea non sono stati autorizzati. Non vi raccontano che ‘siccome i vigili si comprano con un caffè’, nessuno al comando ha preparato il servizio ordinario per il 31, nessuno ha sospeso richieste e riposi come prassi. Perché tanto i vigili verranno a frotte volontari, visto che la notte del 31 è ben pagata. Alla faccia dei sindacati”.
“Ed invece, per la prima volta, i vigili hanno tenuto il punto, e le adesioni volontarie sono state 0 (leggi zero). Così Campidoglio e comando si sono trovati, a poche ore dal capodanno, nel panico più totale, per colpa della loro schifosa arroganza. E per metterci una toppa hanno commesso ogni genere di sopruso, modificando arbitrariamente turni di lavoro, cercando di richiamare abusivamente in servizio gente in ferie o a riposo. Ed utilizzando la reperibilità, strumento utilizzabile solo per catastrofi. Per gestire un concerto”.
“Per giustificare questa disorganizzazione figlia della presunzione e dell‘arroganza – incalza il vigile nella lettera riportata sul blog di Grillo – per giustificare l’aver tenuto le persone in servizio appiedato 19 ore, non si é trovato di meglio che sparare cifre a capocchia sui malati. 835, come ripreso anche dal premier. Solo che in quel numero c’erano anche ferie, riposi, maternità, donazioni”.
“Oggi si parla di 44 casi sospetti, non 835. Ma per estendere il Jobs act ai pubblici dipendenti – rimarca l’uomo – 835 suona meglio. Anche evitare di parlare della protesta è meglio. Perché twittare dalla pista di Courmayeur è scomodo, bisogna essere sintetici”. Grillo è d’accordo: “forza vigili”, cinguetta su Twitter.