di Marcello Villella
Con la crisi gli sponsor riducono e diversificano i propri investimenti e così succede che un appuntamento ormai storico come l’Heineken Jamming Festival, uno dei festival rock più famosi d’Italia, chiuda dopo 14 edizioni i battenti. Nuove logiche e strategie commerciali: se ne prende atto e si stacca la spina!
Succede anche che l’Enel – uno degli sponsor storici del Concertone del Primo Maggio, la ‘Woodstock’ di Cgil-Cisl-Uil – decida quest’anno di ripensare il proprio sostegno alla manifestazione preferendo diversificare il proprio budget in altre iniziative fra cui il programma tv X Factor.
Lecita scelta aziendale direte voi.
Non è così per Marco Godano, dal 2001 patron e produttore – attraverso la Primata Srl – del Concerto del Primo Maggio per Cgil, Cisl, Uil: nella conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2013 si scaglia proprio contro l’Enel, rea di aver negato il proprio sostegno economico e di aver scelto invece di finanziare con 3,5 milioni di Euro X Factor, ovvero “ciò che distrugge la musica in Italia”.
Evidentemente Godano, da sempre fedele alla linea e unico abilitato a dividere la musica fra quella buona e quella non (non sarà un caso che sono quasi sempre gli stessi artisti a calcare il palco del Primo Maggio?), non può accettare l’idea che uno sponsor possa valutare strategicamente poco appetibile un evento per anni generosamente sostenuto quasi esclusivamente da aziende a controllo statale (la Rai, Poste Italiane, Trenitalia, la stessa Enel), quindi indirettamente da tutti noi, che nelle ultime edizioni non ha di certo artisticamente brillato.
Forse è arrivato il momento anche per Cgil, Cisl e Uil di ripensare la loro ‘Woodstock’ (nata nel lontano 1990, quando gli apparati contavano e (ci) costavano) per riportarla alla realtà e alla sobrietà dei nostri giorni.
Quest’anno, infatti, – pur con i tagli annunciati – il budget per il Concertone dovrebbe aggirarsi sugli 800.000 Euro (di cui ben 650.000 versati dalla Rai attraverso i diritti televisivi per trasmettere il concerto in diretta): considerando che quasi tutti gli artisti si esibiscono gratis o con un cachet molto ridotto, che il Comune di Roma fornisce gratuitamente o quasi molti servizi logistici (e comunque Godano & C già dal 2011 si sono unilateralmente rifiutati di pagare i costi dei servizi all’Ama), e che il cast finora annunciato pur se dignitoso non è certamente stellare, viene da chiedersi se tutto questo, in tempi di crisi e di sobrietà, ha ancora un senso.
Per i privati che organizzano certamente sì, per i cittadini che pagano assolutamente molto meno. Vedremo come andrà a finire.