di Stefano Sansonetti
Una visita del presidente turco a Roma, in un modo o nell’altro, è sempre fonte di grande interesse. Non potrebbe essere diversamente, visto il coinvolgimento del Paese in alcune, delicatissime partite geopolitiche. Ma quando domenica prossima Recepp Tayyip Erdogan arriverà a Roma, tra un giro di contatti e l’altro, nelle discussioni informali potrebbe fare capolino un grande business turco nel Belpaese: i porti, in particolare quello di Palermo. Diciamo subito che l’espansione nel settore si è andata consolidando negli ultimi due anni. Il fatto è che dalla Turchia, anche se non sempre il dettaglio è tenuto in debita considerazione, viene uno dei più grandi gruppi mondiali di terminal crocieristici. Parliamo della Global Ports, che a sua volta fa parte della Global Investment Holdings, colosso turco con interessi in diversi settori.
L’obiettivo – Il Porto di Palermo, per chi vuole coltivare il business della gestione dei terminal irrorati dalle masse di turisti portati dalle grandi navi da crociera, sembra essere molto appetibile. In questo momento, poi, sono in cantiere grosse operazioni di ammodernamento proprio del terminal crociere, con tanto di appalti banditi dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale (competente appunto su Palermo). Insomma, il capoluogo siciliano è entrato nel mirino dei turchi, che qualche tempo fa hanno dovuto rinunciare a un’altra ambizione espansionistica nel Porto di Livorno. Ma cosa interessa, esattamente, a Global Ports? L’obiettivo è principalmente quello di mettere un piede (o magari due) nelle società di gestione dei vari terminal crocieristici. E qui il gruppo può già vantare in Italia una presenza tutt’altro che trascurabile. Negli ultimi due anni, infatti, direttamente o indirettamente, ha acquisito il 70% della Cagliari Cruise Port srl, il 62% della Catania Cruise Terminal srl, il 53% della Ravenna Terminal Passeggeri srl e il 28% della La Spezia Cruise Facility scarl. Di più, perché il colosso turco sta anche nel consorzio che, tramite la società Apvs, controlla il 53% della Venezia Terminal Passeggeri Spa. In questo carnet, adesso, vorrebbe inserire anche Palermo. E non è escluso che durante la visita di Erdogan a Roma si posse fare qualche riferimento alla questione.
Altri interessi – Tra l’altro l’influenza turca in Italia, se così si può dire, riguarda anche il settore energetico. In questo periodo si parla tanto del Tap, il gasdotto che porterà il gas dell’Azerbaijan fino alle coste del Salento. Ebbene, non sempre si riflette sul fatto che il Tap, per funzionare, dovrà allacciarsi a un’altra megainfrastruttura, il Tanap, ovvero il gasdotto che correrà lungo tutta la Turchia. E chi sono i maggiori azionisti del Tanap? L’azienda pubblica azera Socar (al 58%) e la compagnia statale turca Botas (al 30%). Questo significa che, alla fine della fiera, la riuscita del progetto dipenderà molto anche dalla “disponibilità” del Paese guidato da Erdogan.
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