Si dice che la pazienza è la chiave del Paradiso, ma adesso per sessanta milioni di italiani rischia di diventare la serratura dell’inferno. Da quasi un mese stiamo aspettando il decreto con la manovra da 55 miliardi, cioè ossigeno vitale per famiglie e imprese, e ancora ieri fino a tarda sera era tutto fermo perché la Sinistra non schioda dal voler regolarizzare cinquecentomila immigrati.
Ora, al di là di ogni valutazione sull’opportunità di tale sanatoria, è accettabile che per questa faccenda si paralizzi ogni aiuto al Paese? La partita è solo apparentemente di principio. Sulle barricate ci sono da una parte i renziani, che ovviamente non spiegano come mai non si ricorda lo stesso impeto nei loro anni di governo. Dall’altra invece i 5 Stelle, che nel contratto del precedente Esecutivo con la Lega, avevano avuto promesso il rimpatrio di seicentomila irregolari. Promessa rimangiata, come al solito, con la beffa di un gioco di prestigio che ridusse d’ufficio il numero di quei migranti in novantamila.
Sui giornaloni che scrivono del Movimento solo per sputtanarlo, da giorni si parla di una guerra tra le componenti di destra e di sinistra dei 5S, leggendoci dietro le manovre più o meno oscure una volta di Fico e un’altra di Di Maio. Ma basta ascoltare i militanti per vedere chiaramente che il tema dei migranti non è in cima alle priorità, e pertanto la Sinistra si sta assumendo la responsabilità di un immobilismo che fa male a tutti. Oggi quindi è possibile che Conte costringa le parti ad un accordo. Ma di tanto stallo c’è un solo colpevole, e non è il Movimento.