Disastro Italia sulle infrazioni Ue: sono 65 le procedure aperte

Dal 2012 al 2021 pagati 800 milioni di euro di multe per le infrazioni Ue. Siamo inadempienti soprattutto sull’ambiente.

Disastro Italia sulle infrazioni Ue: sono 65 le procedure aperte

Un vero e proprio disastro. In totale, ad oggi, sono 65 le infrazioni aperte dall’Ue contro l’Italia. E determinanti sono stati gli ultimi giorni. Già, perché proprio in questo periodo la Commissione europea ha raccomandato l’apertura di una procedura di infrazione a carico di 7 paesi, tra cui l’Italia, per deficit eccessivo.

Nel 2023 infatti il disavanzo del nostro paese è stato pari al 7,4% del Pil, quando le normative Ue prevedono un limite massimo del 3%. La proposta della Commissione dovrà ora passare al vaglio del consiglio dell’Unione europea, a cui spetta la decisione sull’apertura formale della procedura.

I dati sulle infrazioni Ue

Gli Stati hanno il compito di recepire nel loro ordinamento le direttive europee. Se non lo fanno o se non le rispettano possono incorrere in una procedura formale di infrazione. Se gli Stati non si impegnano ad adeguare i propri ordinamenti interni alla legislazione Ue, nel lungo periodo le procedure di infrazione possono portare anche a delle sanzioni economiche. Esattamente come capitato all’Italia.

Da questo punto di vista purtroppo il dato più aggiornato per quanto riguarda il nostro Paese, secondo quanto ricordato da OpenPolis negli ultimi giorni, risale al 2022. Si parla di un esborso per l’erario di oltre 800 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2012 e il 2021. Evidentemente, uno spreco di risorse pubbliche che avrebbero potuto essere utilizzate in maniera più proficua.

La classifica delle infrazioni

Ma c’è di più. Grazie alla banca dati della Commissione europea è possibile tracciare un bilancio delle procedure di infrazione attualmente in corso e capire in questo modo quali sono i Paesi che faticano di più nel conformarsi al diritto Ue. A maggio 2024 le procedure pendenti erano in totale 1.531 a livello europeo. Tra queste, 611 (il 40%) sono legate alla mancata comunicazione dei paesi membri delle iniziative per adeguare l’ordinamento interno a quello europeo.

Il restante 60% riguarda invece la mancata o l’incorretta applicazione delle normative Ue. Oltre il 60% delle procedure ancora aperte (926) si trova nella fase iniziale del contenzioso, quella dell’invio allo stato inadempiente della lettera di costituzione in mora. Ci sono poi 451 procedure che sono già arrivate alla fase dell’invio del parere motivato da parte della commissione. Infine 154 sono attualmente alla fase del contenzioso in sede di Corte di giustizia europea.

Un disastro

L’Italia, come detto, ha attualmente 65 procedure di infrazione aperte a proprio carico. Il nostro Paese occupa l’ottavo posto tra gli stati Ue per numero più consistente di infrazioni pendenti. Tra i Paesi principali fanno peggio Polonia e Spagna che occupano rispettivamente la prima e la seconda posizione con 87 e 86 procedure di infrazione pendenti. La Germania è decima con 63 procedure in corso, la Francia 12esima con 56.

Tra le procedure attualmente in corso che coinvolgono il nostro paese la maggior parte (19) riguarda tematiche ambientali. A queste poi se ne devono aggiungere altre 2 legate alle azioni per la lotta al cambiamento climatico. Un altro ambito in cui l’Italia ha commesso un numero significativo di infrazioni è quello legato all’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione. In questo caso le procedure pendenti sono 7. Ci sono poi 3 distinti ambiti che fanno registrare 6 infrazioni ciascuno. Si tratta dei settori dei trasporti e mobilità, migrazioni e affari interni e mercato, industria, imprenditoria e Pmi. Insomma, c’è di tutto. Tanto, come si suol dire in questi casi, paga Pantalone.