“Diritti all’anno zero in Lombardia. Ecco perché è necessario il Pride”: parla la consigliera M5S Pizzighini

La consigliera regionale M5S, Paola Pizzighini, sarà al Pride: “Questa maggioranza è oscurantista e contro i diritti civili”.

“Diritti all’anno zero in Lombardia. Ecco perché è necessario il Pride”: parla la consigliera M5S Pizzighini

Sabato dalle ore 15 il popolo del Pride manifesterà gioiosamente l’orgoglio LGBTQIA+. A organizzare, come sempre il CIG Arcigay Milano, in collaborazione con le associazioni del Coordinamento Arcobaleno. Un Pride che sarà privo del patrocinio e della presenza istituzionale di Regione Lombardia. Di sicuro, però, anche quest’anno ci sarà la rappresentanza del Movimento 5 Stelle con il carro degli attivisti milanesi, sul quale saliranno anche i consiglieri regionali Paola Pizzighini e Nicola Di Marco.

Pizzighini a che punto sono i diritti in Lombardia?
Sono all’anno zero! Nell’Aula del Consiglio regionale lombardo si trova solo disprezzo e repulsione verso la parità del diritto. In questo anno e mezzo di politica regionale ho sempre trovato sconfortante essere obbligata a difendere i diritti civili, politici o sociali dei nostri cittadini. Sconfortante dovere ogni volta ricordare al Governo lombardo che i diritti umani hanno una caratteristica imprescindibile: garantiscono la libertà dell’individuo. Per i rappresentanti delle istituzioni la parola chiave dovrebbe essere umanità, la garanzia che ogni azione compiuta volga al benessere della popolazione, ebbene, in Regione Lombardia non è così.  Poche settimane fa ci siamo trovati ancora a parlare di aborto, oggi nel 2024 a 46 anni dalla conquista di questo diritto, e stato svilente sul piano civile, culturale e lasciatemelo dire, sul piano umano! Mettere in discussione la libertà di gestione del proprio corpo, condizionare le scelte, alimentare le paure, non considerare i bisogni delle nostre concittadine è oscurantismo.

È più un fatto ideologico o pura propaganda del centrodestra portare in aula argomenti spinosi?
Vogliono invertire la storia, sono nostalgici ma noi non saremo complici. Sono anche ideologici, l’importante per loro è far sapere all’elettorato fuori dal Palazzo che il tentativo è sempre quello di portare questa Regione, e questo Paese, verso il Medioevo più oscuro.

Cosa significa essere presenti al Pride?
Essere oggi al Pride significa essere un tutt’uno con un popolo che qui in Lombardia, ma direi in tutto il nostro Paese, si vede ogni giorno usurpare diritti e libertà. Ricordo che questo Governo lombardo come primo atto politico ha portato in Aula le carriere Alias. Non essere presenti come istituzione regionale, significa schierarsi dalla parte sbagliata della storia. Chi ha ragione oggi sfila al Pride, chi ha paura rimane nascosto dietro una spaventosa ideologia politica. Dobbiamo aggiungere i diritti, non cancellarli. Nessuno dovrebbe avere paura di essere sé stesso nella città in cui vive. Le istituzioni, senza alcuna incertezza o retaggio, devono fare da garante per assicurare che ognuno possa decidere come vivere la propria vita, come scegliere chi baciare, chi amare o sposare, che lavoro fare o che educazione dare ai propri figli.

Come Movimento Cinque Stelle qual è il vostro impegno dal punto di vista politico?
Portiamo avanti il Progetto di legge 109, Jolanda Nanni, sulle norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere che aspetta di essere discusso da ben due legislature ma fino ad oggi solo ostacolato e affossato.