Conte degrada il Capitano, coi like non si governa. Il presidente del Consiglio boccia l’ex ministro dell’Interno: 14 mesi di bluff

L’Umbria? “Non vedo perché un’elezione regionale possa minare la stabilità del Governo, che lavora per il bene degli italiani, degli umbri come dei siciliani o dei friulani. Il senatore Salvini continua con questa narrazione, ma sa anche lui che non è così”. Il premier Giuseppe Conte, archivia la partita delle Regionali prima ancora che venga giocata. Senza lesinare perplessità sull’ex compagno di squadra che si è messo in panchina da solo aprendo la crisi di Governo dal Papeete beach, e sul nuovo corso della Lega, “basato sulla propaganda e sulla spasmodica ricerca di slogan e consensi”. Buon voto agli umbri, quindi. “Ma con i like non si governa e non si va lontano”.

Ma da Tirana, in visita di Stato, la reprimenda del presidente del Consiglio non finisce qui. “Ho una maggioranza parlamentare che lavora sodo e mi sostiene, altro che abusivo! La mia bussola è migliorare la vita e difendere gli interessi degli italiani, per questo sono sempre a posto con la mia coscienza. Non so se Salvini può affermare altrettanto”, mette a verbale a proposito della manifestazione del Centrodestra di sabato prossimo a Roma contro il Governo. “In verità il leader della Lega sta compiendo in questo periodo numerosi falli di frustrazione e appare molto contraddittorio – rincara la dose -. Se la sua è una manifestazione contro le tasse, allora gli suggerisco di festeggiare sabato perché le tasse non aumenteranno, anzi, puntiamo a una sensibile riduzione della pressione fiscale aggredendo l’evasione e aumentando i soldi in busta paga ai lavoratori”.

E non è tutto: “Interverremo anche per l’abolizione dei super ticket – assicura il premier -. Siamo riusciti a sterilizzare l’aumento dell’Iva nonostante le sue scelte irresponsabili. Salvini ha fatto i conti solo con le sue convenienze politiche, ma ha dimenticato gli italiani. Poteva fare la flat tax, ma ha scelto di fuggire dalle sue responsabilità. Le tasse ora le abbasserò io”. Ultimo affondo sull’immigrazione: “In 14 mesi di Salvini al Viminale, non c’è stato un solo atto concreto per fermare e gestire i flussi migratori – accusa -. è stato un bluff che ora si sta piano piano disvelando. Non lo dice Giuseppe Conte, lo dicono i numeri. La verità è che l’immigrazione non si affronta con gli slogan: la questione rimpatri, su cui Salvini è stato assente, è lì a testimoniarlo e ci sprona a fare meglio.