Con il governo Meloni scoppiano le carceri e aumentano i suicidi

Affollamento record: 13.500 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare nonostante diminuiscano i reati. Un suicidio ogni 4 giorni.

Con il governo Meloni scoppiano le carceri e aumentano i suicidi

I dati del 20esimo rapporto sulla condizione dei detenuti “Nodo alla gola” presentato dall’associazione Antigone “parlano di un doppio dato tragico: da un lato un numero elevatissimo di suicidi nei primi tre mesi dell’anno, tre mesi abbondanti. Parliamo di 30 suicidi, che significa un suicidio ogni quattro giorni. Si tratta di qualcosa che dovrebbe interrogare tragicamente le istituzioni a prendere provvedimenti urgenti per affrontare il nodo dei suicidi. Ogni suicidio è un caso a sé ma quando sono così tanti ci devono interrogare”. Il presidente dell’associazione Patrizio Gonnella spiega che “il secondo numero tragico è dato da quei 12milq persone in più nonostante gli indici di criminalità siano più o meno gli stessi rispetto alle potenzialità ricettive. Questo significa – possiamo con gli occhi immaginarcelo – che in una cella non c’è più spazio. Significa letti a tre piani. Significa scuole ridotte a dormitori, significa che la pena perde completamente quello che dovrebbe essere il suo senso costituzionale”.

Affollamento record: 13.500 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare nonostante diminuiscano i reati

Sono numeri spaventosi quelli presentati oggi a Roma. Nelle carceri italiane si registrano “tassi di affollamento record” con 13.500 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Al 31 marzo scorso, si legge nel dossier, erano 61.049 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Nel rapporto si osserva quindi che cresce il tasso di affollamento ufficiale, che raggiunge a livello nazionale il 119,3%. I tassi di affollamento piu’ alti a livello regionale si continuano a registrare in Puglia (152,1%), in Lombardia (143,9%) e in Veneto (134,4%). Cresce pericolosamente anche il numero dei detenuti negli Istituti Penali per Minorenni d’Italia. “È l’effetto del decreto Caivano”, scrive Antigone. Alla fine del febbraio 2024 erano 532 i giovani reclusi nei 17 Ipm. Solo due mesi prima, alla fine del 2023, si attestava sulle 496 unità. Alla fine del 2022 le carceri minorili italiane ospitavano 381 ragazzi. L’aumento, in un anno, è stato superiore al 30%. Negli ultimi dieci anni non si era mai raggiunto il numero di ingressi in Ipm registrato nel 2023, pari a 1.143.

Il decreto Caivano aumenta i detenuti minorenni. Nelle carceri italiane un suicidio ogni 4 giorni, soprattutto stranieri

L’incremento della popolazione carceraria tra l’altro è inversamente proporzionale ai reati commessi che secondo i dati Istat sui delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria sono in diminuzione costante negli ultimi 9 anni. “Dal 1 gennaio al 31 luglio 2023 sono stati commessi in Italia 1.228.454 delitti, il 5,5 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una proiezione di questi dati sull’intero anno ci consente di osservare che la decrescita del crimine è ripresa”, dice Gonnella. 

Per quanto riguarda i suicidi la maggior parte – 88 – dei 100 suicidi accertati tra il 2023 e il 2024 sono avvenuti tramite impiccamento. Da qui ‘Nodo alla gola’, il nome del rapporto sui suicidi in carcere nel 2023 e nei primi mesi del 2024 presentato da Antigone. Seguono i casi di asfissia da gas (5) e le morti avvenute come esito di scioperi della fame (3). Vi è poi un singolo caso di abbruciamento, uno di asfissia da incendio e uno di soffocamento. Oltre al numero in termini assoluti, un importante indicatore dell’ampiezza del fenomeno è il cosiddetto tasso di suicidi, ossia la relazione tra il numero dei decessi e la media delle persone detenute nel corso dell’anno. Nel 2023 con 70 suicidi tale tasso è pari a 12 casi ogni 10.000 persone, registrando – dopo il 2022 – il valore più alto dell’ultimo ventennio. Sono 42 su 100 le persone di origine straniera che si sono tolti la vita in carcere nel 2023 e nei primi mesi del 2024 erano 42. E a proposito della tortura che per qualche membro della maggioranza non esiste “il numero totale di agenti indagati in Italia è 192, a dimostrazione della sua ragionevole capacità di impatto”, scrive Antigone. 

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