Per ora quello dei papabili numeri uno della banca Unicredit è il solito “circoletto” della finanza. Tra l’altro, a guardare bene in ogni curriculum, si scoprono percorsi spesso tortuosi, anche dal punto di vista giudiziario. Per carità, tutti poi usciti indenni dalle varie inchieste. Ma alcuni episodi fanno ancora oggi riflettere sui candidati alla successione di Federico Ghizzoni al timone della più internazionalizzata banca italiana. Uno dei nomi che circola da giorni è quello di Flavio Valeri, un passato in Merrill Lynch, dal 2008 al vertice della tedesca Deutsche Bank in Italia. Ebbene, questo per Valeri non è certo un periodo tranquillo.
IL DETTAGLIO – Deutsche Bank, infatti, al momento in Italia è sotto indagine da parte delle procure di Trani e Milano: a Trani per manipolazione di mercato, in riferimento a una vicenda di massiccia vendita di titoli di stato italiani (circa 7 miliardi) nel corso del 2011, il terribile anno della crisi dello spread che costò il Governo a Silvio Berlusconi; a Milano, per l’ormai famoso contratto derivato “Santorini” firmato con la disastrata Mps. Valeri non è indagato, ma ogni tanto viene sentito come testimone dalla procura. Non proprio una situazione idilliaca. Tra gli altri candidati per Unicredit è uscito poi da giorni il profilo di Marco Morelli, oggi vicepresidente per Europa, Medioriente e Africa di Bank of America-Merrill Lynch. Ma Morelli, che ha un passato in Jp Morgan, dal 2006 ha ricoperto ruoli di vertice in Montepaschi, prima come vicedirettore generale, poi come direttore finanziario, proprio nel periodo della onerosissima acquisizione di Antonveneta, la madre di tutti i successivi mali della banca senese. Morelli è stato indagato nel 2013 dalla procura per ostacolo alla vigilanza proprio in relazione al finanziamento dell’operazione Antonveneta. Ma poco dopo è stato archiviato dal Gup della città toscana su richiesta degli stessi pm.
GLI ALTRI – Ancora, tra coloro che potrebbero rientrare nel dopo Ghizzoni in Unicredit è stato fatto anche il nome dell’attuale numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel. Anche nella sua recente storia troviamo un passaggio alquanto tribolato relativo alla vicenda Unipol-Fonsai. Nagel infatti è stato indagato dalla procura di Milano per il famoso “pizzino” con cui si sarebbe stata garantito alla famiglia di Salvatore Ligresti un superbonus di 45 milioni di euro per uscire di scena da Fondiaria-Sai, compagnia assicurativa poi confluita in Unipol. Pure Nagel è stato successivamente archiviato, anche se le cronache continuano a raccontare di suoi interventi in procura come testimone. Insomma, almeno tre nomi di possibili successori vengono da percorsi finanziari in certi momenti piuttosto tribolati. Se poi si aggiungono altri papabili usciti nei giorni scorsi, come Sergio Ermotti di Ubs o l’ex numero uno di Intesa Corrado Passera (che pare non avere però grandi chance), si realizza come per il momento il perimetro sia un po’ quello solito della finanza all’italiana (con sguardo alla Svizzera).
Tw: @Ssansonetti