Caso Santanchè, le opposizioni chiedono le dimissioni: “Meloni non può restare in silenzio, sarebbe uno schiaffo agli italiani”

Le opposizioni chiedono le dimissioni della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, dopo la richiesta di rinvio a giudizio.

Caso Santanchè, le opposizioni chiedono le dimissioni: “Meloni non può restare in silenzio, sarebbe uno schiaffo agli italiani”

Le opposizioni all’attacco di Daniela Santanchè. La ministra del Turismo rischia il processo per la presunta truffa ai danni dell’Inps sul caso Visibilia, con la cassa integrazione percepita indebitamente dai dipendenti che continuavano a lavorare durante il periodo Covid. Ora, dopo la richiesta di rinvio a giudizio della procura di Milano, dal Pd al Movimento 5 Stelle, passando per Alleanza Verdi-Sinistra, le opposizioni chiedono le dimissioni di Santanchè.

Le opposizioni all’attacco di Santanchè

Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, “Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra con una richiesta di rinvio a giudizio per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni. Ci aspettiamo che la Presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanchè”. 

Ironizza, invece, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per la ministra Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa sui fondi Covid che servivano a imprese e lavoratori, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla per le Europee in compagnia di Sgarbi”. 

Angelo Bonelli, deputato di Avs, ritiene che la ministra debba dimettersi: la sua permanenza nel governo “sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Giorgia Meloni non può rimanere in silenzio”. 

Ma la destra fa finta di nulla

La richiesta di rinvio a giudizio non sembra preoccupare il vicepresidente del Consiglio e leader di Forza Italia, Antonio Tajani: “Non crea alcun imbarazzo per il governo, è una questione di sensibilità personale, sarà il ministro Santanchè a deciderlo. Sono un garantista, lo sono stato con tutti, lo sono stato per la vicenda Decaro. Non vado mai ad accanirmi sulle persone. Poi ognuno ha la sua sensibilità, credo che i cittadini oggi vogliano soluzioni, non risse e liti personali, strumentalizzazioni”. 

Non solo, perché arriva anche la replica di Salvatore Tramontano, portavoce della ministra Santanchè: “La segretaria del Pd Elly Schlein non ne azzecca una, parla di Santanchè rinviata a giudizio mentre la nuova/vecchia notizia è solo la preannunciata e scontata richiesta di rinvio del Pm in attesa della fissazione dell’udienza preliminare; la grande differenza la conoscono anche i sassi. Chiede rispetto per le istituzioni quando è la prima a tacere e non esprimere solidarietà di fronte alle offese sessiste rivolte al presidente Meloni. Si vede che non sa proprio a cosa attaccarsi per recuperare consensi che non ha”.