Nuovo colpo di scena in Vaticano. Dopo le rivelazioni sull’inchiesta riguardante alcune operazioni finanziarie e immobiliari sospette, che vede coinvolti 5 tra alti dirigenti e prelati, con perquisizioni e sequestri che hanno interessato gli uffici della Segreteria di Stato e dell’Aif, il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, si è dimesso oggi dal suo incarico. “Lo scorso 2 ottobre – fa sapere la stessa Sala stampa vaticana confermando le indiscrezioni circolate nelle ultime ore – alcuni organi di stampa hanno pubblicato una disposizione di servizio riservata, firmata dal Comandante del Corpo della Gendarmeria, dottor Domenico Giani, riguardante gli effetti di alcune limitazioni amministrative disposte nei confronti di personale della Santa Sede. Tale pubblicazione è altamente lesiva sia della dignità delle persone coinvolte, sia della stessa immagine della Gendarmeria”.
“Volendo garantire la giusta serenità per il proseguimento delle indagini coordinate dal Promotore di Giustizia ed eseguite da personale del Corpo – prosegue la Santa Sede – , non essendo emerso al momento l’autore materiale della divulgazione all’esterno della disposizione di servizio – riservata agli appartenenti al Corpo della Gendarmeria e della Guardia Svizzera Pontificia – il Comandante Giani, pur non avendo alcuna responsabilità soggettiva nella vicenda, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Santo Padre, in spirito di amore e fedeltà alla Chiesa ed al Successore di Pietro”.
“Nell’accogliere le dimissioni – aggiunge la Sala stampa del Vaticano -, il Santo Padre si è intrattenuto a lungo col Comandante Giani e gli ha espresso il proprio apprezzamento per questo gesto, riconoscendo in esso un’espressione di libertà e di sensibilità istituzionale, che torna ad onore della persona e del servizio prestato con umiltà e discrezione al Ministero Petrino e alla Santa Sede. Papa Francesco ha voluto ricordare anche la sua ventennale, indiscussa, fedeltà e lealtà e ha sottolineato come, interpretando al meglio il proprio stile di testimonianza in ogni parte del mondo, il Comandante Giani abbia saputo costruire e garantire intorno al Pontefice un clima costante di naturalezza e sicurezza”. Nel salutare il Giani, “il Santo Padre lo ha anche ringraziato per l’alta competenza dimostrata nell’espletamento dei molteplici, delicati servizi, anche in ambito internazionale, e per il livello di indiscussa professionalità a cui ha portato il Corpo della Gendarmeria”.
Giani, dopo essere stato un ufficiale della Guardia di Finanza e successivamente un funzionario del Sisde (l’allora servizio segreto civile italiano), entrò nel Corpo di vigilanza del Vaticano nel gennaio del 1999 con il grado di vice ispettore generale vicario. Nel giugno 2006 fu nominato ispettore generale dello stesso Corpo e responsabile della direzione dei Servizi di sicurezza e protezione civile. Sotto la sua direzione la sicurezza vaticana è cresciuta molto, soprattutto in termini di preparazione ed equipaggiamenti. Giani ha promosso, infatti, corsi di addestramento, in collaborazione con il Gis dei Carabinieri e l’Fbi statunitense, ha istituito un Gruppo di intervento rapido e un’Unità antisabotaggio, per azioni ad alto rischio e per contrastare attacchi terroristici mirati alla persona del Pontefice. Sotto il suo comando, inoltre, il Vaticano è entrato a far parte dell’Interpol.