Le Lettere

Assange, fu vera gloria

Quella di Assange fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.
Elio Masini
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Gentile lettore, no, non ai posteri: a noi. E fu vera gloria. Le migliaia di cablogrammi segreti del governo americano pubblicati da Wikileaks illustrano come un grande libro la nostra Storia e scoprono trame che erano invisibili. Ci sono video che mostrano reati di guerra, come quello in cui i militari americani da un elicottero sparano contro civili iracheni e la voce d’un soldato sogghigna: “Colpa loro, se non uscivano di casa, non gli succedeva nulla”. E ci sono documenti che sono vere pietre miliari. Traduco qui una parte di un cablo che William Burns, all’epoca ambasciatore a Mosca e oggi capo della Cia, mandò a Washington nel 2008. Già allora l’America sapeva benissimo cosa significava mestare nel torbido con l’Ucraina e la Nato. Eccolo: “Le aspirazioni di Ucraina e Georgia di entrare nella Nato non solo toccano un nervo scoperto in Russia, ma destano preoccupazioni sulla stabilità della regione. Non solo la Russia soffre per l’accerchiamento e gli sforzi [americani] per minare la sua influenza nella regione, ma teme conseguenze imprevedibili e incontrollabili che toccherebbero gravemente i suoi interessi di sicurezza. Gli esperti ci dicono che la Russia è preoccupata che le forti divisioni in Ucraina sull’adesione alla Nato, a cui gran parte della popolazione di etnia russa è contraria, possano portare a una grave spaccatura con violenze o anche guerra civile. In tal caso la Russia dovrebbe decidere se intervenire: una decisione che Mosca vorrebbe non dover prendere”. Era il 2008. Quella di Assange fu vera gloria.

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