Il flop delle maxi-deduzioni: il superbonus per le assunzioni e l’eliminazione dell’Ace affossano le aziende

L'Istat certifica il flop del governo tra maxi-bonus per le assunzioni quasi inutile e stop all'Ace che penalizza il 25% delle aziende.

Il flop delle maxi-deduzioni: il superbonus per le assunzioni e l’eliminazione dell’Ace affossano le aziende

L’hanno ribattezzato Superbonus, anche per l’assonanza del 120%. Ma si è già rivelato un disastro completo. Il bilancio dell’Istat sulle maxi-deduzioni per le assunzioni non lascia scampo: l’eliminazione dell’Ace, l’aiuto alla capitalizzazione delle imprese soppresso dal governo, penalizzerà un’azienda su quattro. Mentre la maxi-deduzione al 120% per le assunzioni introdotta dalla manovra riguarderà una platea molto ristretta di aziende, meno del 6%. La simulazione evidenzia che nel complesso le misure fiscali riguardanti la riforma dell’Ires avrebbero effetti di cassa negativi sulle imprese, con una maggiorazione del prelievo che raggiungerebbe il 10,2% nel 2024.

Le stime dell’impatto degli incentivi fiscali per le imprese realizzate dall’Istat portano come risultato a un aumento complessivo dell’aliquota effettiva sui redditi di impresa di 0,3 punti percentuali, al 18,9%. Partiamo dall’eliminazione dell’Ace, cancellato per finanziare per il prossimo anno la riduzione delle aliquote Irpef (da 4 a 3): saranno colpite soprattutto le imprese più grandi e dinamiche, in particolare al Nord Italia e focalizzate sull’export. Le aziende che subiranno un aggravio d’imposta sono il 25,3% del campione considerato dall’Istat, con picchi nella manifattura (32,9%) e nei servizi di pubblica utilità (38%). Più sono grandi le imprese e più aumenta questa percentuale. Colpite in particolare le aziende con alto grado di dinamismo, quelle nelle regioni settentrionali e quelle esportatrici.

Il flop delle maxi-deduzioni

Passando alla deduzione del costo del lavoro in caso di incremento dell’occupazione, il beneficio riguarda solo il 5,6% del totale delle imprese. Percentuale che sale, di poco, per la manifattura (8%) e le costruzioni (7,9%), oltre che al crescere delle dimensioni aziendali. L’Istat si sofferma anche sui tre bonus lavoro introdotti dal decreto Coesione, in partenza a settembre: il carico fiscale per i datori di lavoro sarà inferiore rispetto al 2023 per l’assunzione di donne, ma sarà più alto per i giovani. Per l’ingresso di dipendenti nelle regioni del Mezzogiorno il carico fiscale scenderà ma solamente per le imprese fino a 10 dipendenti.

Per Valentina Barzotti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera, l’analisi dell’Istat “smaschera l’ennesimo bluff del governo”. Solo un’azienda su 20 beneficerà della maxi-deduzione: “Quelle di Meloni e i suoi sono solo chiacchiere. La premier ha ancora il coraggio di dire che il suo motto è ‘non disturbare chi vuole fare?”. L’unica sicurezza, per ora, è che l’Istat ha già certificato un altro flop per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.